BENEVENTO – Un tentativo di opera naif nel cuore della notte. Come tela l’improvvisato pittore ha scelto il portone d’ingresso della chiesa parrocchiale di Sant’Anna al corso Garibaldi di Benevento. I pennelli adoperati bombolette spray e un secchio di vernice. Risultato del gesto vandalico una mezza giornata di lavoro per poter restituire alla normalità il portone, peraltro da poco restaurato.
Tra gli obiettivi presi di mira dal popolo dei writers il portone di una chiesa, per questo l’episodio ha fatto scalpore. In realtà il parroco, don Giuseppe Montenegro, ha tenuto che si potesse trattare anche di un tentativo di incursione all’interno da parte di ladri, anche perché nei giorni scorsi erano state rubate le chiavi della chiesa. Subito però il cambio delle serrature. Forse i ladri spiazzati dalla velocità della sostituzione hanno pensato di vendicarsi imbrattando il portone. Solo ipotesi. Sul posto comunque è giunta la volante della Polizia; questa volta potrebbe arrivare un aiuto dalle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza dei negozi che sono nelle vicinanze della chiesa.
In realtà la chiesa di Sant’Anna è molto esposta a qualsiasi tipo di gesto vandalico e anche a episodi più gravi, considerando che in centro è l’unica a stare quasi sempre aperta. E all’interno spesso vi è solo il sacerdote. Che ieri ha commentato: «Il mio servizio è quello di ascoltare la gente che ha intenzione di parlare e di affrontare con il prete questioni delicate, e soprattutto riconciliarsi con Dio. Spero solo che nessuno possa ritenere la chiesa una discarica su cui smaltire rabbie e inciviltà».
Inciviltà che in un raggio di appena un centinaio di metri dalla chiesa di Sant’Anna, lungo il corso Garibaldi e non solo, lascia quotidianamente tracce evidenti. Il caso più emblematico è probabilmente quello del Teatro Comunale, il cui porticato, passaggio obbligato per chi si allontana dal “sito Unesco” di piazza Santa Sofia, è istoriato da scritte, disegni e graffici molto più invasivi di quelli che sono stati appena cancellati dal portone di Sant’Anna. Nelle vicinanze, soprattutto nei vicoli che intersecano il corso Garibaldi, repliche infinite su tantissime facciate di palazzi, storici e non. E non esistono siti o spazi considerati totalmente «off limits»: dell’inciviltà hanno fatto le spese un po’ tutti, dall’hortus di Mimmo Paladino alla “palla” di piazza Roma, poi rimossa dal Comune.
Articolo di Nico De Vincentiis pubblicato il 14 settembre 2015 su Il Mattino
Maria Gabriella
16 marzo 2015 at 17:49
Al rogo questi celebrolesi feccia della società