L’associazione Alpini, attiva dal 1930, ha rinnovato l’impegno a mettersi in gioco per dare il proprio contributo
Il Gruppo locale ha lanciato un appello all’Amministrazione affinché prenda in considerazione la possibilità di dare inizio a una reale e fattiva collaboraz i o n e : «Avevamo proposto di ripulire i muri dai graffiti , ma nessuno ci ha dato risposta »
PENNE NERE Il Gruppo degli Alpini attorno al tavolo della loro sede in via lago Gerundo; i soci sono 115 ma ci sono molti simpatizzanti «Siamo sempre disposti a dare una mano, ma nessuno ne approfitta» . E’ un appello alla collaborazione quello lanciato dal Gruppo Alpini di Crema che ancora una volta ha voluto ribadire la propria disponibilità a occuparsi della città offrendosi, sempre a titolo gratuito, per intervenire dove il degrado ormai la fa da padrone. «A livello locale cerchiamo di collaborare con i Comuni, le associazione e la Polizia – ha spiegato il capogruppo Fabio Samanni – nel 2013 abbiamo pulito i giardini e potato gli alberi del Campo di Marte. Poi abbiamo avanzato la proposta di ripulire alcuni palazzi della città dai graffiti, ma non abbiamo mai ricevuto risposta dal Comune». Non è la prima volta che le istituzioni pubbliche sembrano mostrare indifferenza nei confronti dell’associazione. La poca sensibilità della città è un problema che rischia di compromettere la sopravvivenza del gruppo cremasco al quale manca un ricambio generazionale: «Il più giovane dei nostri associati è nato nel 1986, il più vecchio nel 1922. Da quando è stata sospesa la leva militare obbligatoria è diventato molto difficile trovare dei nuovi iscritti – ha aggiunto Samanni possiamo fare molto per aiutare la comunità cremasca e lo faremmo senza chiedere nulla in cambio, perché ne approfittate così poco?» Un appello importante quello di Samanni, capogruppo degli Alpini in carica dal 2008 e alpino dal 1982, che punta a creare una vera rete di collaborazione tra ente pubblico e associazioni. Il corpo di Crema, infatti, è uno dei più numerosi della provincia ed è costituito da 115 iscritti, dei quali 100 alpini doc e 15 «Amici degli Alpini». Grazie al Gruppo cremasco, nel corso degli anni, sono nati altre associazioni consorelle nei Comuni di Rivolta d’Adda, Soncino e Castelleone. Quello dell’alpino è sempre stato un modello di senso civico, amor di patria, amicizia e dedizione al dovere, ma nonostante questo oggi è in via di estinzione. «Il nostro dovere è quello di portare avanti il valore dell’alpinità con azioni di solidarietà – ha ricordato Samanni – Siamo un’associazione apolitica basata sull’onore e la meritocrazia». Il fiore all’occhiello dell’ass ociazione resta, ancora oggi, la costituzione nel 1976 della Protezione civile, nata a seguito del terremoto in Friuli. In quell’occasione furono gli alpini i primi a prestare soccorso ai terremotati dando vita a una rete di azioni umanitarie a sostegno delle vittime delle calamità naturali. «La colonna mobile della Protezione civile della Regione Lombardia è ancora formata per la maggior parte da alpini – ha commentato Samanni – ma non ci facciamo mai notare dai media perché siamo un’associazione discreta che non ambisce a farsi pubblicità».
Articolo di Sara Franceschini pubblicato l’1 aprile 2015 su In Cremasco Week.
Enza P.C.
5 aprile 2015 at 07:37
Sarebbe bello che fosse uno scherzo da primo di Aprile ciò che affermate: “che siete disposti a pulire e che nessuno delle istituzioni preposte al decoro si è premurato di darvi almeno risposta”.
Ma è PARADOSSALE!!!
Siete tanti e preziosissimi per il Paese Italia, la qualità della grande capacità organizzativa, la serietà, l’impegno e la generosità degli alpini è cosa stranota a tutti!!
Non a caso il nostro Presidente Andrea Amato è stato arruolato fra gli Alpini e riesce fare mirabilie!
Venite a Milano, in trasferta con Retake Milano per un incontro e un addestramento sulle procedure necessarie.
Poi formate un vostro gruppo RETAKE e fate da tutto da soli, come facciamo noi dal 2006.
Le orecchie di troppi amministratori pubblici sono affette da uno stranissimo difetto uditivo, senza sentire il tintinnio dei soldi da far girare, spessissimo, non si aprono.
E con il volontariato attivo a guadagnare è Paese Italia e i suoi cittadini, il decoro, il turismo, i commerci, la qualità della vita di tutti.
A molti, però, quello, nonostante il loro incarico politico, non importa proprio e neppure fingono più.
Vi aspettiamo