Dopo l’appello di Pisapia
Da Lambrate a via dei Missaglia i cittadini voltano le spalle al Comune: «Non vogliamo essere strumentalizzati dai politici»
F. VEN.
Per alcuni si tratta di una strumentalizzazione politica, per altri mancano i tempi tecnici per organizzarsi e chiedere le autorizzazioni necessarie. Il cleaning day «Bella Milano», organizzato dal Comune per questo fine settimana come replica della manifestazione «Nessuno Tocchi Milano» del 3 maggio scorso, non è promossa a pieni voti. Da Palazzo Marino snocciolano una trentina di adesioni, ma non tutti i comitati sposano l’inedita linea anti-graffiti di Pisapia. Per Roberta Borsa, del gruppo di cittadini di Zona 3 «Lambrate Informa», che ha deciso di non aderire al repulisti del 16-17 maggio, si tratta di una strumentalizzazione: «La nostra sensazione è quella che il Comune stia cavalcando la rabbia dei milanesi a suo vantaggio e non si tratti di una manifestazione civica, ma di una mossa politica. Noi, per questo tipo di iniziative appoggeremmo volentieri i comitati che si adoperano in questo senso tutto l’anno e a proprie spese». Le fa eco Beppe Agogini, vice presidente del Comitato cittadino anti-abusivi e per la legalità, un coordinamento di gruppi di cittadini di tutte le nove zone della città formatosi con lo scopo di combattere il degrado: «Siamo un comitato apartitico, non parteciperemo perché vogliamo evitare di prendere parte alle manifestazioni politiche. L’iniziativa del 3 maggio è stata positiva, ma è chiaro che si tratta di un progetto di un partito». C’è poi chi non aderirà perché non ha ricevuto informazioni e non è riuscito ad organizzarsi: «Trattandosi di pulire muri perimetrali di singoli condomini – spiega Agostino Filoscia del comitato di quartiere «Le Terrazze» (zona via dei Missaglia) – dobbiamo chiedere l’autorizzazione all’assemblea degli inquilini e il tempo non è sufficiente». Dei tempi stretti si sono accorti gli stessi organizzatori che hanno deciso di prorogare l’invio delle adesioni a oggi. L’ , che parteciperà a «Bella Milano» perché aveva già in calendario la pulizia di un paio di aree, precisa: «È giusto far notare che esistono realtà come la nostra ma non solo – spiega il segretario Fabiola Minoletti – che lavorano tutto l’anno con risorse che arrivano dai quartieri, dai cittadini stessi, dalle imprese che vogliono sponsorizzare». Attivi dal 2006 hanno già «adottato» 43 tra vie ed edifici.
Articolo del 12 maggio pubblicato su Libero
Enza P.C.
15 maggio 2015 at 15:49
TRAVOLTI DA UN INSOLITO DESTINO NELL’INFINITO DEGRADO DIFFUSO E NON CONTRASTATO PER ANNI.
Questo è quanto stiamo affrontando con BUON SENSO.. tipico dei nostro coeso gruppo di volontari impegnati fino allo stremo da anni (e lasciati seppur molto lodati, a destra e manca, sempre incomprensibilmente soli a combattere il degrado).
A voler pensare male si dovrebbe precisare che noi “non volendo diventare patrimonio di nessun colore politico, siamo stati solo d’impiccio” . Perché abbiamo sempre mostrato, con determinazione a tutti che il – re è nudo – e che con le sole parole non si combina nulla.
Ergo “niente appoggi e niente soldi pubblici!!! ”
Abbiamo perfino subito qualche tentativo (abbastanza squallido) del mentire alla bisogna, per tentare di mostrare che dal Comune c’è partecipazione fattiva al nostro – operare gratis – per diffondere ovunque “la cultura della legalità e del decoro”.
Ora è successo quello che è successo e i retaker di RETAKE MILANO ANTIGRAFFITI non si sono chiesti chi da questo – evento di movimento nuovo – avrebbe beneficiato immeritatamente.
O MEGLIO – CE LO SIAMO CHIESTI, MA ABBIAMO DECISO CHE NON CI INTERESSAVA PROPRIO “QUELLO CHE SI SAREBBE DETTO, MA QUELLO CHE SI SAREBBE POTUTO FINALMENTE FARE”
IL RESTO CI IMPORTA QUASI ZERO.
LA COSA CHE CONTA è CHE IL SONNO TOMBALE DELLE ISTITUZIONI, CHE PURE SE NE AMMANTERANNO COGLIENDO L’ATTIMO, ORA SI SPERA SIA FINITO.
I MODI NON SONO ANCORA I MIGLIORI… MA C’ E’ UN FATTO INCONFUTABILE: LA GENTE HA NECESSITà DI ESSERE STIMOLATA E AIUTATA PERCHè OGGI MILANO RISORGA DAL SUO IMBRATTAMENTO VANDALICO.
L’IDEALE DA PERSEGUIRE NON è CHE SIA IL PARTTITO DEL CUORE A POTER VANTARE MERITI,.. (tanto nessuno incanta più nessuno e le bugie si sa hanno le gambe corte).
CONTA INVECE L’ENERGIA SANA E DIFFUSA. CONTA ED è PREZIOSA LA NUOVA VOGLIA DI PULIZIA.
E guai a frustrare ora per tignoseria e rancorini (anche se motivatissimi) il senso di riapproprazione a favore della BELLEZZA di chi ama Milano.
NOI ABBIAMO DECISO PER IL BUON SENSO… come sempre, sperando che anche quello, prima o poi, si diffonda come virus benefico anche in tutta la classe politica, sempre in affannosa ricerca di consenso.
Enza P.C.
16 maggio 2015 at 20:18
Leggo fra molte frasi ripetitive su facebook, “più adatte alla promozione per la vendita di preservativi” che a una onesta diatriba, sulla vicenda del muro scrostato e imbrattato con residui di immagini realizzate molto tempo fa dal writer dei pinguini. Fra queste mi ha colpito una considerazione non troppo benevola, ma a cui forse una risposta va data:
“Perchè non avete contattato Pao per restaurarlo? Niente di tutto questo. Avete deciso a nome di tutti. Questo è un fatto. Punto. Se la cosa era così condivisa come dici/dite voi, come mai il Comune ha chiesto scusa a Pao e l’ha ricontattato per un nuovo pezzo? Ecco. Poi fai te.”
Quelli che avrebbero potuto contattare Pao prima, considerando le oscenità che da tempo campeggiavano sopra i suoi disegni avrebbero dovuto essere quei signori – che si sono tanto irritati al tentativo di ripulitura di chi ne aveva titolo.
Il fatto che fosse un volontario e non un operaio qualsiasi mandato da Comune ha consentito ai più facinorosi di esprimere con veeemenza inopportuna il loro dissenso alla persona sbagliata.
Il Comune ha chiamato i cittadini perché aiutino a ripulire, il comune doveva segnalare a gente che offre la sua collaborazione gratis cosa doveva restare e cosa no.
Penso che le scuse effettivamente – avrebbero dovute essere tutte indirizzate alla persona che “fidandosi del comune ha anche rischiato” e ha dovuto subire improperi e angherie.
E se Pao fosse un signore mostrerebbe il suo rammarico non per un suo disegno in disgregazione, bensì per la confusione che regna sovrana in questa città e che danneggia tutti e tutto.