Domani, sabato 16 maggio, Retake Milano partecipa alla giornata di mobilitazione proposta ed organizzata dal Comune di Milano, BellaMilano.
Gli interventi di Retake Milano saranno svolti, in simultanea alle altre iniziative del Comune e dei comitati cittadini, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 del giorno di sabato, ad esclusione dell’intervento in Via Astesani 15, zona Affori, che si svolgerà nella mattinata di domenica, sempre tra le ore 9.00 e le 13.00.
Gli atri Clean-Up si svolgeranno rispettivamente:
- In Viale Alemagna 6, presso la Triennale di Milano – Cadorna, questo intervento programmato da mesi, dopo diverse campianature e incontri tecnici, verrà realizzato grazie ai volontari del Rotary Club di Milano, distretto Castello Sforzesco, il prestigioso edificio sarà ‘adottato’ e dunque mantenuto pulito per un intero anno.
- Presso la Villa Litta Modignani – Zona Affori, anch’essa dall’importante significato storico in quanto costruita nel 1687 con un giardino all’italiana dal marchese Pier Paolo Corbella, la villa divenne proprietà dei Trivulzio e successivamente dei Litta Modignani, da cui prende il nome, nel secolo successivo.
- In Via Cesariano – Zona Sempione/Arco della Pace, questo intervento rappresenta un’anticipazione dell’evento, previsto domenica 24 maggio, promosso e voluto dal Comitato ProArcoSempione.
Con la stessa volontà, che da anni ci contraddistingue, di voler vedere la Nostra Milano sempre più bella, lottando contro il degrado e l’abbandono del nostro patrimonio artistico-culturale, come anche di qualsiasi area urbana della città, partecipiamo alla giornata di mobiitazione cittadina.
Lo spirito della nostra adesione nasce dall’amore per la nostra città e dal prioritario obiettivo di partecipare nel costituire un nuovo modello di cittadinanza attiva e partecipativa che sia responsabile e protagonista nella tutela e cura del bene comune e della ‘cosa pubblica’.
Come abbiamo sempre fatto, come ci siamo sempre ‘sporcati le mani’ per pulire la città, anche domani vi aspettiamo per fare con noi RETAKE!
Walter
22 maggio 2015 at 21:59
Sbatti il mostro in prima pagina.
Un piccolo appunto di un volontario che c’era quel giorno in via Cesariano alle prese con quel graffito che poi ha generato enormi polemiche.
C’ero andato per dare una mano (come in altri clean up )insieme ad altri a seguito di una richiesta di presenza di volontari.
Mentre altri verniciavano serrande mi sono occupato con altri volontari di quel muretto che contorna il campo giochi.Avevo il compito di verniciarlo con vernice panna chiara.La parte di muretto interessata era quasi completamente ricoperta di scritte su un graffito preesistente,con colori estremamente sbiaditi e la sensazione era di pulire “qualcosa” di estremamente sporco.Il contesto “sporco” è oggettivo, non soggettivo, in quanto chiunque (fortunatamente)con street view può “puntare” sul graffito in via Cesariano e vedere come era.Era letteralmente incomprensibile a causa delle scritte spray..Sono arrivati un paio di residenti raccontando che si stava rovinando un’opera d’arte alla quale “i residenti” tenevano molto e che raccontava una storia.In effetti questi sono capitati quando avevamo terminato il lavoro e ci stavano dicendo di non andare avanti sul pezzo ancora “decente”.Cosa peraltro prevista.Ma il guaio era fatto, perchè costoro devono aver “memorizzato” tutto il graffito decente uguale a quello che è stato cancellato (e non è vero)e pensavano che avessimo cancellato un “qualcosa di bello”come quello restante.
Abbiamo detto loro che il graffito cancellato era tutto imbrattato ,ma costoro hanno detto che QUESTO NON IMPORTA,si era cancellata una opera d’arte.
QUESTO NON IMPORTA ,capite bene?
QUESTO E’IL PUNTO
Non se lo ricordano come era,non lo vedevano neanche ,abituati a vedere lo sporco come cosa normale.Abituavano i loro figli a giocare in un parco sporco di scritte spray come cosa normale.Vedevano l’antico graffito come “messaggio” ,non la realtà schifosa,imbrattata , di chi va a guardare.
Il re è nudo.
Veramente interessante.
Se si ha a cuore un qualcosa, non lo si lascia andare completamente alla malora .E’ un segnale di totale disinteresse.
Allora perchè prendersela con chi lo cancella ?
PERCE’SI E’ABITUATI A VIVERE NEL LERCIO.
Per la cronaca ,il caso è stato risolto con le dichiarazioni del Comune.
Enza P.C.
25 maggio 2015 at 06:42
Caro Walter
siamo in una realtà che – sgomenta -
La comunicazione, anche se è la più fasulla, anche se è costruita ad arte per produrre solo uno squallido ed effimero consenso popolare, se ben orchestrata, è spesso vincente sulla verità.
Le verità diventa quella del racconto, che sia verbale o per immagini montate con furbizia all’uopo.
E in questa Milano abbiamo molti maestri che dirigono l’orchestra, senza aver mai provato davvero ad aver suonato uno strumento. L’arte della furbizia prevale e schiaccia le potenzialità che la città avrebbe.
Molti oggi (ma anche prima del 3 maggio) saltellano come nel vecchio gioco del salto della cavallina: dove uno si piega per favorire il salto di quello dietro, correndo verso la meta.
Loro però no. Fanno diverso. Saltano e poi bloccano la prosecuzione del gioco, perché appena passati avanti si gonfiano come palloni aerostatici e vantando meriti per azioni di cui neppure conoscono gli sviluppi, l’impegno e i costi.
Costi prevalentemente affrontati dalla generosità dei cittadini che aiutano economicamente il volontariato, affinché proceda spedito nella “ripresa degli spazi di città in cui le devastazioni, vecchie di anni e anni, fanno vergognare ogni persona di buon senso che ami la pulizia e il bello”.
Basta una frase, messa al posto giusto, per cambiare tutto. Esempio plateale la giornata del 24 maggio
al Parco Sempione. Dire mi piace o non mi piace, se a dirlo è l’assessorato ai lavori pubblici, non significa – diamo sostegno – come si va diffondendo su certe testate di quotidiani.
Il sostegno sono – soldi e materiali – che fino a ora (ma mai dire mai) l’associazione Retake Milano Antigraffiti non ha visto.
Le percentuali offerte dai consigli di zona sono sempre cosa minima per quanto riguarda gli impegnativi interventi che Retake Milano, con gente, organizzazione e soldi propri, porta a compimento in ogni zona di Milano.
Per il Museo Antiquarium Levi abbiamo investito (oltre al tempo necessario per l’impegnativa organizzazione, prima, durante e dopo, ancora siamo al lavoro infatti) danaro nostro, abbiamo coperto la parte mancante alla, comunque cospicua, donazione di Rotaract, provvedendo: sia per il lavoro di pulizia dei lapidei, fatta da azienda specializzata, sia per le vernici speciali necessarie per i portoni.
Per Sempione Arco della Pace e Asilo nel parco (orredamente lasciato da anni in condizioni inaccettabili) il progetto, che era già avviato ben prima della pensata “Bella Milano” ed era inserito nella nostra lista dei – faremo – dichiarati a fianco del Sindaco in conferenza stampa di marzo.
Ora ai più, molto bizzarramente – a forza di molte giravolte comunicative – appare che sia seguito dall’assessorato. Non è affatto così.
Inserire questo nel progetto – Bella Milano – crea solo fumo, ma l’arrosto è altrove. Perché oltre al lavoro fisico dei volontari, che hanno lavorato perché questo fosse possibile da “molto tempo”, tanto per precisare: anche qui per la pulizia dell’Asilo fatta in parte con macchinari speciali tutto verrà pagato dall’associazione Retake Milano.
Associazione che è formata esclusivamente da CITTADINI VOLONTARI di ogni pensiero politico, che tanto a noi non importa cosa vota.
L’assessorato non centra nulla con questo evento.
A meno che il solo raccontare una storia equivalga a diventarne per – diritto reale – il protagonista principale.
E tanto per fare chiarezza e dare un’informazione a chi – comunicando ha usato troppa fretta, senza la cura auspicabile – le scritte cancellate al Sempione erano 800, mentre 200 erano i metri ripuliti e i volontari non erano un’entità generica senza identità, ma chiamati, organizzati e coordinati, soprattutto seguiti passo passo da RETAKE MILANO.
Le scritte cancellate
Marco Mercuri
26 maggio 2015 at 04:31
Per fortuna non tutti cascano nella rete, abilmente tesa, di chi è abituato a vendere bene il suo prodotto. Che però ha solo la consistenza dell’approvazione. Magari fa anche cose buone ed è intimamente convinto di portare vantaggi ai milanesi, come può.
Però non sa resistere alla tentazione di approfittare e utilizzare ciò che trova a portata di mano.
Mi sembra che i volontari, in generale, siano “a portata di mano” di molti.
Per loro stessa natura generosa. E che il loro attivismo, che si basa su autonomia e impegno senza necessità di compenso, sia come il vasetto della marmellata, troppo comodo da gustare.
Un vasetto che ingolosisce molti e che se aggredito contemporaneamente da troppe frenetiche dita alla fine rischia di cadere e spezzarsi.
L’unica fragilità del volontariato attivo è proprio questo tipo di attenzione consumistica, da parte di chi gestisce il potere. In generale le interferenze inopportune e i tentativi di canalizzazione forzata dell’energia buona e istintiva dei volontari, anche se può creare grande entusiasmo iniziale, poi non garantisce continuità del loro impegno.
Mentre la società, soprattutto oggi, per muoversi fiduciosa verso il futuro, ha necessità di oneste solide verità, servono per poter desiderare di seguire a lungo, non a spot, chi sa condurre verso realtà migliori per tutti. Milano mostra, ora più che mai, la sua debolezza, è spalmata su ogni spazio vandalizzato, sporco e deturpato da tag.
Le scuole milanesi, per esempio, tantissime non pulite da anni e anni, sono una tremenda realtà non camuffabile dalle parole. Nessun abile oratore si illuda. E pensare che con un secchio di vernice, sempre pronta e due pennellate, appena passa un cretino a sporcare, avremmo evitato di formare la pessima convinzione, sia nei giovani del paese e in particolare di quelli milanesi, che: vivere nel lerciume è inevitabile ed è quindi lecito produrre anche altrove degrado.
Le centraline grigie che riempiono ogni marciapiede sono un altro esempio di mancata volontà progettuale. Ci voleva forse una legge nazionale per stabilire che la loro pulizia regolare fatta da chi le utilizza per la funzione a cui sono destinate è “obbligatoria”? Sono invece ancora dopo un mese dall’inizio di Expò, così come i pali della luce scrostati da decenni, una vera schifezza e questo non in aree periferiche, ovunque e fino a pochi metri dalla struttura di Expò Gate davanti al Castello Sforzesco.
Il bandolo della matassa è stato per troppo tempo lasciato libero, affinché ci giocassero liberamente i peggiori. Però non è certo fiaccando il temperamento di chi volontario lavora sodo, gratis, per il bene comune, che si può, con frenesia, illudersi che si rimedierà al danno della palese “progettualità assente da anni”.