Verona
Il castello, le risorgive, le verdi colline, tutto ciò che caratterizza il paesaggio di Montorio è stato fedelmente riportato, non su tela, ma su un muro. Il grigio e triste muro interno del giardino dell’asilo Regina Margherita di Montorio si sta infatti riempiendo di colore. Da agosto, ogni fine settimana, Pablo Nunez, ventiduenne writer di origine cubana, residente a Verona fin da bambino, si occupa di ridipingere il muro, per renderlo più allegro e adatto ad essere ogni giorno visto dal centinaio di piccoli frequentatori della scuola. «Ho letto su L’Arena che questo giovane artista stava creando un murales a San Giovanni Lupatoto, lungo il muro del campo da calcio della parrocchia», spiega Alberto Speciale, presidente del consiglio di amministrazione dell’asilo, scuola paritaria che ospita 73 bimbi nella scuola dell’infanzia e 18 nel nido.«Ho fatto un giro di telefonate per riuscire ad avere un suo contatto, perché ero rimasto molto colpito dall’idea di trasformare un brutto muro grigio in qualcosa di bello, che trasmettesse ai bambini che frequentano questo luogo un senso di accoglienza e cura».Il soggetto è stato scelto insieme, decidendo di riproporre i simboli del la frazione e alcuni animaletti, in modo da riprendere i progetti di educazione ambientale e di rispetto del territorio.«Ci sono un orsetto e una coccinella, che rappresentano l’asilo e il nido», prosegue Speciale, « e poi abbiamo individuato altri quattro animali, il gufo, la volpe, lo scoiattolo e il cerbiatto che saranno assegnati a ognuna sezione, così quando faremo le prove di evacuazione per i bimbi sarà ancora più un gioco, perché dovranno uscire dall’aula per raggiungere il proprio animaletto dipinto sul muro».Ci sono poi la tartaruga e la lumaca, simboli di lentezza, «quella che dovrebbe essere propria della scuola dell’infanzia, nel senso di rispettare la naturale crescita del bambino e non forzarlo a bruciare le tappe».C’è poi anche un aspetto che riguarda l’educazione civica. «È vero, i graffiti sono nati come un elemento negativo, ideati dalle gang per segnare il territorio», ricorda Pablo Nunez, che si è diplomato al liceo artistico cittadino e crea i suoi murales disegnando a mano libera, «ma è passato molto tempo e ora sono considerati un’espressione artistica».«Vedo che tanti giovani ne sono attratti, per questo tengo anche dei corsi e mi accorgo che ai ragazzi piacciono molto. Cerco di indirizzarli ad un linguaggio corretto, insegnando le tecniche del disegno e della pittura, per trasmettere loro che i murales possono essere espressione del bello e non devono invece imbrattare i muri e diventare così un segno di degrado».
Articolo de L’Arena di Verona di E. Inn. del 14 Settembre 2015
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