Schio
Per “andare in guerra” bisogna anche essere pronti a sporcarsi le mani. Lo sa Giorgia Puentes, mamma e personal trainer, che armata di spazzoloni, idropulitrice e solventi ha intrapreso una battaglia contro il degrado del luogo in cui vive e lavora. Titolare col marito di una palestra nel complesso “Le Fontane” di via 29 Aprile, Puentes domenica mattina si è svegliata di buon ora e da sola ha cominciato a eliminare i graffiti dal sottopassaggio Esperanto che collega la piazzetta al campus delle scuole superiori. «Mi hanno detto: non dovresti. Spetta al Comune – racconta – Forse non dovrei. Però posso».Il sorriso e l’energia di Giorgia, immigrata dall’Argentina molti anni fa, stanno contagiando altri residenti e imprenditori delle Fontane dove da tempo si respirava un’aria sempre più grigia. Il complesso infatti è noto alle cronache a causa dei vandali, balordi e spacciatori che vi bazzicano. E i residenti sono esasperati. I carabinieri tengono d’occhio la zona (l’ultimo controllo antidroga è dell’altra notte) e anche l’amministrazione cittadina che ha voluto iniziare proprio da lì ad impiegare i volontari della vigilanza comunale. Ma per vincere sul degrado, i controlli non bastano. Servono anche i simboli. Come il gesto di Giorgia: «Combattiamo il degrado con la bellezza».Anche il Comune ha deciso di sostenere la sua sfida, promettendo di mettere a disposizione i propri addetti per eliminare i graffiti più tosti. «In poco tempo sono diventata un’esperta di prodotti chimici e solventi – scherza la donna, che per ora ha ripulito metà del sottopassaggio – Ma sono stufa di vedere il luogo in cui vivo ridotto così: tenendolo pulito e decoroso, vandali e spacciatori se ne andranno come sono venuti. Lo devo anche a i miei figli».Il suo impegno non si ferma al sottopasso. Ha anche ripulito le scale riportando all’antico splendore i dettagli in ottone, e allestito un’aiuola aromatica. Insieme ai vicini del ristorante messicano “Primo piano” ha pagato il rinnovo delle luci e la riaccensione delle fontane che danno il nome al complesso, spente da anni. « Qui ci sono troppe serrande chiuse: spero che così qualcuna possa rialzarsi – conclude Puentes – è il mio modo per dire: Schio ti voglio bene».
Giorgia all’opera
Articolo de Il Giornale di Vicenza di Eliz Cucovaz del 15 Settembre 2015
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