Villafranca
La palestra di Taggì di Sotto resterà chiusa, tranne che alle attività scolastiche. Il sindaco di Villafranca Padovana, Luciano Salvò, ha messo il “lucchetto” alla porta, vietandone l’accesso e l’utilizzo alle associazioni sportive, finché non si verrà a capo di alcuni atti di vandalismo che hanno colpito la zona, in particolare la palestra stessa. Qualcuno, infatti, vi ha fatto irruzione qualche tempo fa, imbrattandone le pareti con della carta igienica inzuppata d’acqua. Ma c’è pure un writer che scrive da alcune settimane su monumenti, edifici pubblici e case private delle due frazioni di Taggì, lasciando ovunque la sua firma. Alla palestra di Taggì di Sotto i graffiti sono numerosi, a dir la verità. «Per imbrattare la parete esterna della palestra significa che sono saltati all’interno del cortile della scuola e sono saliti al piano superiore» commenta il sindaco Salvò, «commettendo un atto grave. Ma considero altrettanto grave il fatto che siano entrati all’interno della struttura, senza che sia stata evidenziata alcuna manomissione o segno di effrazione sulle porte e sulle finestre. Questo significa che non si è avuta cura di chiudere bene gli infissi e le porte oppure che le chiavi sono finite nelle mani sbagliate». Non si capisce se i vandali che sono entrati nella palestra siano gli stessi che hanno imbrattato la parete esterna: certo è che apparentemente è la medesima mano quella che sigla edifici pubblici e abitazioni private. «Una scritta è comparsa sul basamento del monumento che reca le lapidi con i nomi dei caduti e in cima ha un Madonna, davanti alla scuola di Taggì di Sopra» prosegue il sindaco «e lo stesso dicasi per il muro del cimitero tra le due frazioni di Taggì. Spiace particolarmente l’imbrattamento di questi due luoghi, perché va a toccare i defunti, cui bisogna tributare rispetto». I graffitari se la sono presa un paio di sere fa anche con un paio di recinzioni di case private, una delle quali appartiene all’ex assessore Guido Rebustello, a Taggì di Sopra. «Ho speso cento euro per ridipingere il cancello, che avevo sistemato da poco» racconta «e pare che le stesse scritte siano comparse pure sugli edifici che fiancheggiano i campi da calcio. La grafia sembra la stessa e non deve essere una persona che abita molto distante. La sera che hanno imbrattato il mio cancello, ero di ritorno da una riunione in cui si parlava di iniziative per i giovani, organizzata dalla parrocchia. Quando sono rincasato il cancello era immacolato, al mattino invece l’ho trovato tutto scritto». Il sindaco ha provveduto a segnalare gli atti vandalici ai carabinieri, che prenderanno visione delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza. «Valuteremo, a questo punto, se installare sistemi antintrusione più efficaci. Credo comunque che ci siano in paese persone che conoscono i responsabili: li invito pertanto a farsi avanti».
Articolo de il mattino di Padova di Cristina Salvato del 18 Settembre 2015
Alberto Modignani
19 settembre 2015 at 05:57
Certo che c’è chi conosce i malfattori.
Ma finché non sporcano il loro spazio privato hanno poca voglia di reagire per tutelare il bene pubblico.
Bella decisione la chiusura della struttura. Dura e necessaria. Forse farà irritare, fino a svegliarli dal sonno della loro apatia, quelli che non hanno colpe e solitamente preferiscono subire, subire, subire e risubire “perché tanto non cambia nulla…”. Cambia cambia, vedrete che cambia.
Basta stancarsi e mettere i cretini in un cerchio di disapprovazione sociale e poi fermarli.
Certo che se in Italia esistesse una logica educativa rispettabile, dovrebbe essere OBBLIGATORIO tenere in perfetta estetica e decoro ogni edificio che accoglie giovani, sia per ragioni scolastiche, sia ludiche, sia sportive.
La sporcizia e l’evidenza dell’incapacità di contrasto al vandalismo diffuso non possono continuare a vincere su tutto. All’estero non accade.