Bologna
Acclamata in mezzo mondo, pluripremiata e richiesta dai maggiori marchi globali: Nike, Toyota e Microsoft, per citarne alcuni. Quella che ad altre latitudini viene considerata arte da preservare, a Bologna diventa imbrattamento, al pari di scritte e tag che imperversano da anni sui muri della città. Di Alice Pasquini, 35 anni, in arte Alicé, street artist di fama mondiale, si sono occupati i maggiori giornali internazionali. Ha ricevuto riconoscimenti ovunque per le sue opere e le sono stati commissionati lavori in mezzo mondo: da Saigon a Jakarta, da Mosca a Singapore. Il sindaco di Roma Ignazio Marino stravede per lei e le ha affidato un’opera da realizzare in Campidoglio. A Bologna invece due ani fa è stata denunciata dal reparto antidegrado della polizia municipale e ora è a giudizio per imbrattamento. Nel processo iniziato ieri davanti al giudice monocratico Gabriella Castore rischia una pena fino a un anno oltre a una multa che può arrivare a mille euro. I disegni incriminati non sono semplici graffiti ma veri e propri ritratti femminili che Alicé ha lasciato sui portoni di via Mascarella e via Zamboni, sui muri scrostati di via Centotrecento e al Pratello. Scoprire l’autrice di quei disegni non è stato complicato per la polizia municipale, all’epoca impegnata in una vasta campagna antigraffiti che non ha dato i frutti sperati. Era stata proprio la giovane performer a indicare in un’intervista sul nostro giornale le vie in cui aveva lasciato le sue opere. «Ho deciso di firmare con il mio vero nome, dipingere durante il giorno e presentarmi a volto scoperto. Mi prendo i miei rischi, ma i vigili sono stati tolleranti», aveva detto al Corriere . Poco dopo, però, è arrivata la doccia fredda. Dopo la denuncia c’erano state polemiche e prese di distanza rispetto all’iniziativa della municipale. Fu organizzata anche una manifestazione di solidarietà con tanto di performance artistica sulla staccionata che delimitava il cantiere sotto le Due Torri. Poi non se ne parlò più: Alicé è tornata a lavorare e a farsi apprezzare in giro per il mondo. A Bologna dovrà subire un processo e i suoi disegni sono ancora lì dove li ha lasciati.
Articolo de Il Corriere di Bologna di Gianluca Rotondi del 22 Settembre 2015
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