Offese e dediche sui muri: la piaga continua. Imbrattato anche il sottopasso ‘artistico’

Forlì

Scritte sui muri, disegni, scarabocchi, solo in alcuni casi opere d’arte ‘metropolitane’. Il graffitismo è un fenomeno globale, e una semplice ricerca su Google lo conferma: circa 130 milioni di risultati in neanche un secondo. E anche a Forlì si trovano spesso pareti imbrattate, frasi offensive o dediche d’amore. E non si risparmia niente, nemmeno muri di sottopassaggi o ponti, forse perché con il favore del buio è più facile agire. Un chiaro esempio è il sottopassaggio ciclopedonale che collega via Isonzo con via Gorizia e, sia che siano scale, sia che sia rampa in pendenza, il muro tutt’attorno è un collage di frasi, colori, simboli, scritte e dediche d’amore alla persona amata. Anche il sottopasso che collega via Gorizia con viale Vittorio Veneto non è risparmiato e Sara dedica al suo amato una frase: ‘Samu sei il mio sogno’. Un altro ponte è quello della circonvallazione, precisamente nel punto dove passa sopra via Lunga: la parete nord, con il ponte allargato appena due anni fa, è diventata come una gigantesca tela, che con diverse scritte va a colpire proprio la società costruttrice del ponte stesso. Un altro ponte imbrattato è quello di via Casaglia, la strada pedonale che da via Andrelini, zona ‘Barcaccia’, permette di raggiungere il Parco Urbano passando sotto viale Salinatore. E’ proprio il tunnel sotto una delle maggiori arterie cittadine quello colpito: il professor Luigi Impieri con i ‘mosaici’ realizzati insieme ai suoi studenti del liceo Classico aveva reso una delle zone degradate del forlivese un’opera d’arte, che qualche vandalo però ha prontamente danneggiato rimuovendo diverse lettere della scritta in rilievo e coprendo il mosaico stesso con altre scritte e disegni. Avvicinandosi al centro e attraversando via Vespucci si passa dal teatro Testori: e la grigia parete anche qui è stata scambiata per un foglio di carta, dove poterci scrivere liberamente, così come il ponte della ferrovia qualche metro più in la. Sempre più vicini al centro storico troviamo poi il parcheggio di via Daverio che batte tutti i record: su 6 pareti che compongono l’area di sosta, cinque sono imbrattate con scritte. Una contro la polizia, una chiaramente contro l’ideologia fascista e due di denuncia dei tempi moderni: ‘La merce ci avvelena, il salario ci schiavizza’ e ‘Evadiamo dalle mura domestiche che ci imprigionano’. Non conta poi cancellare o rimuovere scritte e disegni perché, come nel caso di via Valverde, ritornano. E anche gli uffici del nuovo polo universitario, quello in piazzale Solieri, negli edifici dell’ex ospedale Morgagni non sono risparmiati: due scritte verdi spiccano ai lati della porta, una a destra e una a sinistra. Girando per la città poi si incontrano ancora diverse ‘firme’ del graffitaro Slash: solo in via Salinatore se ne contano ben 6, ma sono solo alcuni esempi di scritte o murales che imbrattano i muri e le pareti della nostra città.

Articolo de Il Resto del Carlino di Enrico Magnani del 22 Settembre 2015

 

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