Milano
Gang strutturate in modo gerarchico, gemellate o in guerra. Marcano il territorio con graffiti, riempiono il corpo di tatuaggi. Minimo comun denominatore: la violenza. Che usano per manifestare superiorità alle altre bande ma anche per autofinanziarsi, attraverso rapine e furti di strada. Le pandilla a Milano fanno paura. Replicano i comportamenti già diffusi altrove, dai Paesi d’origine alle metropoli statunitensi. Gli affiliati sono giovani, tra 20 e 30 anni, e nelle gang si uniscono diverse etnie: salvadoregni, ecuadoregni, domenicani e peruviani. E mettono radici nei quartieri. «I posti vengono scelti in base a dove c’è possibilità di riunirsi – spiega il commissario capo Paolo Lisi, dirigente della sezione Criminalità straniera della Squadra Mobile -, i gruppi girano per la città ma alcuni mantengono una localizzazione costante, territori controllati che diventano off-limits per le altre bande». BARRIO 18, bersaglio della retata di ieri, ha come base via Padova e la stazione Centrale. Le tag della gang riempiono il muretto della ex piscina al Parco Trotter e le facciate in via Sammartini. Poi c’è la MS-13, Mara Salvatrucha, attiva nella zona sud, al parchetto di viale Cermenate. Gravita attorno alle stazioni di Romolo e Villapizzone (a nord ovest) ed è presente in piazzale Lotto. «Molte bande sono state destrutturate con le operazioni delle polizia» sottolinea Lisi. Tra le pandilla figurano poi i Latin King Chicago, ecuadoregni, con «casa» a Cinisello Balsamo. Ma non mancano le incursioni a Milano, per scontrarsi con altre gang. Idem per la pandilla Comando, peruviana, tra Cinisello e Sesto. A questi gruppi si aggiungono i Latin King New York, presenti in viale Brenta, via Padova e corso Lodi.
Ancora, i Latin Flow, al Parco Trotter, in via Padova e in viale Monza. Poi i Trinitarios, a Qt8, Montagnetta di San Siro e piazzale Lotto. «Tra le gang – conclude Lisi – si generano anche delle macro alleanze: Barrio 18 è unita a Latin King Chicago. Mentre MS-13 ai Latin King New York, questi ultimi in diminuzione». E spuntano anche gruppi famosi per il graffitismo vandalico: uno di questi è 031, che imbratta soprattutto i treni della metropolitana. «I legami tra i componenti dei vari gruppi – afferma Fabiola Minoletti, rappresentante dell’ Associazione nazionale Antigraffiti, che ha realizzato un report – è molto forte, così come coi familiari e la terra d’origine. I componenti di Afro Bloodz, ad esempio, hanno un tatuaggio stilizzato dell’Africa».
Articolo de Il Giorno di Marianna Vazzana del 23 Settembre 2015
© 2015, ↑ Associazione Antigraffiti
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