Monumenti imbrattati indignati anche i turisti

Lecce

Il fenomeno dei writer che imbrattano i muri della città, senza risparmiare colpi di spray sui palazzi antichi del centro storico, sta assumendo le proporzioni di una vera e propria emergenza. Ne sono convinti gli operatori turistici che chiedono un giro di vite contro i vandali all’amministrazione comunale e alle forze dell’ordine. «Qualche giorno fa, in via della Sinagoga, mi sono imbattuto in una scritta che poche ore prima non c’era, segno che i grafomani sono più che mai attivi. Anzi, ultimamente sembrano scatenati», racconta Michelangelo Mazzotta, titolare di Infotab, il presidio turistico del Comune di Lecce situato proprio di fronte alla basilica di Santa Croce. Nei giorni scorsi l’assessore municipale all’Ambiente, Andrea Guido, insieme alla consigliera Giordana Guerrieri, armato di idropulitrice, ha cancellato le scritte che deturpavano colonnato e portico del monumento ai caduti preso di mira dai maniaci delle bombolette spray. L’iniziativa, a costo zero per le casse comunali, è stata resa possibile grazie alla società cooperativa Mas Service di Lecce che ha fornito l’attrezzatura necessaria. Guido ha peraltro colto l’occasione per rivolgere l’ennesimo appello ai ragazzi che, imperterriti, continuano a imbrattare palazzi e monumenti cittadini, esortandoli a collaborare con il Comune per l’individuazione di spazi idonei alla creazione dei murales. Un invito, a quanto pare, caduto nel vuoto. E mentre l’appello di Guido resta inascoltato, nelle vie del borgo antico il continuo florilegio di scritte fa arrabbiare residenti, commercianti e i gestori dei numerosi b&b, anche loro costretti a subire l’assalto dei writer. Oltre a via Idomeneo, le strade più colpite sono via della Sinagoga e via Abramo Balmes, ma tante altre portano i segni di un oltraggio alle regole del decoro ormai sistematico e spesso impunito. «Camminando in centro ho notato una ragazzina, sicuramente minorenne, con la sigaretta in una mano e un pennarello nell’altra che scarabocchiava un muro. Ma quando le ho fatto notare che non stava facendo una cosa buona mi ha mandato a quel paese», dice Michelangelo Mazzotta. E riflette: «Segno che questa gioventù non recepisce le regole e va per conto suo se non viene indirizzata sulla retta via. A questo punto, facendomi interprete del pensiero di tanti operatori turistici ormai stufi di questa situazione, chiedo alle autorità di adottare misure severe a contrasto di questa ormai diffusa abitudine a maltrattare la nostra città. E lo faccio in considerazione del danno d’immagine, oltre a quello economico, che noi tutti subiamo. Durante le escursioni in giro per la città, i turisti, davanti allo scempio delle pareti imbrattate, dicono che è un vero peccato». A chiedere il pugno di ferro è anche il tour operator Giovanni Serafino: «Si puniscano i responsabili in modo esemplare, magari obbligandoli a cancellare le scritte e a chiedere pubblicamente scusa alla città. Diversi anni fa, l’amministrazione comunale installò delle strutture per consentire ai writer di esprimere, diciamo così, la propria arte. Oggi, vista l’entità del fenomeno, sarebbe auspicabile, però, che queste persone fossero punite severamente costringendole a ripristinare il decoro dei luoghi imbrattati a loro spese. Le telecamere di videosorveglianza potrebbero essere impiegate anche per punire questi comportamenti. Quello che si vede non è certo un bel biglietto da visita per una destinazione turistica internazionale come Lecce».

Articolo del Corriere del Mezzogiorno di Antonio Della Rocca del 24 Settembre 2015

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