«RestArt è entusiasmo, un trampolino di lancio»

Imola

La mano dei graffitari tiene in pugno i sottopassi della stazione ferroviaria. Sotto il segno della piena legalità: siamo entrati nel vivo di RestArt. I graffi dei writer, chiamati a raccolta dall’associazione ‘Noi Giovani’, entro domenica avranno ‘sporcato’ i 900 metri quadrati dei due tunnel. E che graffi. Alcuni artisti sono arrivati addirittura da Torino per partecipare alla terza edizione di un evento, nato dal basso, all’insegna dell’urban culture. Quest’anno tocca a una parte della stazione essere riqualificata. E se di solito stazione più murales equivale a degrado, da oggi, grazie a questa operazione, «un non luogo diventa luogo» per dirlo con le parole dell’assessore alla Cultura, Elisabetta Marchetti. Una trentina gli artisti che partecipano alla manifestazione. Chi con pennello e acrilico, chi con bombole spray, ognuno interpretando a modo suo il tema del viaggio, visto la location. ‘Scorie’, nome d’arte, arriva dalla città della Mole antonelliana. Ed è approdato nella città la cui mappa la disegnò niente meno che Leonardo. Elementi che si intrecciano, in un reticolo storico che sempre con l’arte ha a che fare. Fino a quella post- moderna dei murales. «E’ la prima volta che partecipo, l’accoglienza, così come il primo impatto, è stata fantastica» dice ‘Scorie’. Lui il tema del viaggio lo ha sviluppato pensando a quello più tragico. Il viaggio per mare degli immigrati. «Ho disegnato una nave di carta con a bordo dei migranti che guardano ciò che rimane del cielo sereno. E sotto la nave c’è Poseidone che li guida, ma nel frattempo qualcuno se lo porta via». Un invito a una riflessione per chi in futuro percorrerà quel tratto per salire o scendere dal treno. ‘Evoluzione del faraone’ è l’opera del massese Alessandro Giovannini. Tutto parte dal concetto della nascita. Di una faraona. «L’uovo si sguscia, nasce la faraona che intraprende un viaggio fino alla Rocca sforzesca, uno dei simboli di Imola». Un’evoluzione anche nei colori: «Forti, accesi, ma in contrasto tra loro». Il tutto disegnato con le bombole e con un’estrema precisione. Dalla provincia di Ravenna a Padova, città rappresentata da Tony Gallo. Prima volta anche per lui. «Due soggetti che rappresentano l’autunno. Le foglie che cadono diventano le piume di un viaggio, quello dell’emigrazione». Più di tanto non dice, l’invito è a vivere in prima persona RestArt. Fino a domenica è possibile vedere gli artisti all’opera, vedere giovani artisti che si incontrano e confrontano. RestArt è entusiasmo. Come quello espresso dall’imolese Andrea Minganti che rende omaggio a un personaggio della città, Pierluigi Ighina, definito dalla Rete ‘pseudo-scienziato’: più volte è stato ospite di trasmissioni tv, ottenendo una certa visibilità. «Anche RestArt è un modo per avere visibilità, è un trampolino di lancio». Poi c’è Psiko, torinese ma emigrato a Ferrara dove ha aperto uno studio per arti visive. Nella città estense, «chi vuole fare questo mestiere può esercitarsi su ‘Area Giovani’, muri messi a disposizione dal Comune che ha fatto lo stesso anche per i professionisti». Del resto, «i giovani di oggi hanno la capacità di cambiare i volti delle città. Per questo l’associazione ‘Noi Giovani’, che raggruppa 100 soci, vorrebbe portare tutto questo anche fuori Imola» conclude il presidente Vincenzo Rossi, strizzando l’occhio ad altre realtà.

Articolo de Il Resto del Carlino di Valentina Vaccari del 26 Settembre 2015

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