Imponente: salvate il murales “blasfemo”

Ancona

Il murales “blasfemo”? È arte, va salvato. Parola della soprintendenza. Questo in previsione dei recuperi urbani che potrebbero distruggere alcuni dei più caratteristici, e discussi, “affreschi” dei writer. A sollevare il problema è il Mac (Manifestazioni artistiche contemporanee) che rilancia l’idea di salvare le opere urbane da possibili demolizioni e di promuoverle maggiormente come «espressione d’arte contemporanea». Un patrimonio da tutelare anche per la Soprintendenza.

I murales che rischiano di sparire sono quelli raffiguranti la Madonna e il Bambin Gesù con il volto capovolto realizzati dagli artisti Gezi Ozmo e Run nel 2008, all’uscita della galleria di via San Martino, e quelli sorti sui silos del molo sud, grazie all’azione pittorica di Ericailcane e Blu. Nel primo caso, infatti, c’è un project, al momento fermo, che prevede la realizzazione di case e park. Nel secondo caso, invece, il Prg del porto prevede la demolizione dei silos, ma l’Autorità portuale per ora ha prorogato la concessione per altri quattro anni. Se la demolizione e quindi la cancellazione delle opere sono paventate da tempo ma ancora non avvenute, nel frattempo, il Mac propone che il «muralismo venga valorizzato in città». «È un peccato che vengano dimenticate queste opere d’arte – dice Monica Caputo, presidente Mac – parliamo di artisti riconosciuti che espongono nelle gallerie di tutto il mondo».

Per il murales raffigurante la Madonna sembra ci sia un accordo tra l’artista e l’allora Soprintendente

Cozzolino che prevede che venga riprodotto in un’altra zona della città, qualora l’edificio venisse demolito. Una soluzione che trova d’accordo l’attuale Soprintendente Anna Imponente. «Sono senz’altro favorevole al mantenimento dei murales – spiega l’Imponente – perché hanno la funzione di coprire di bellezza e interesse, strutture abbandonate. Se però sono previste delle demolizioni, si possono trovare altre vie. I murales in fondo seguono la sorte del luogo dove nascono e l’arte contemporanea accoglie la variabilità. Ecco che l’artista potrebbe realizzare nuovamente l’opera in un’altra zona».

E i murales sui silos? La Caputo lancia l’idea di «restaurare i murales perché rovinati dalla salsedine» oppure far diventare i silos un «supporto permanente in cui ogni due anni i murales potrebbero essere sostituiti da altri di artisti differenti». Una «buona idea» per l’Imponente perché «la ciclicità è propria della filosofia degli artisti contemporanei».

Articolo de Il Messaggero di Micol Sara Misiti del 19 Ottobre 2015

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