Trento
Certo, c’è la «street art», l’arte di strada o arte urbana, la si chiami come si vuole, che si manifesta in luoghi pubblici, spesso illegalmente, con le bombolette spray in mano, di cui il graffitismo (o writing) è considerato una sottocategoria. Ma al Comune di Trento, più che disquisire sul concetto di arte di strada, preme soprattutto potenziare il servizio di rimozione di scritte, graffiti, imbrattamenti vari dalle facciate degli edifici, quando il gesto presunto artistico è in realtà un atto vandalico vero e proprio. La «delazione» nobile. La novità è che, nell’operazione decoro, c’è un cambio di passo: da oggi in poi sarà possibile, per chi vive a Trento, segnalare situazioni di degrado che non riguardano direttamente la propria abitazione o il proprio condominio. Una «delazione» a fin di bene, come nei protocolli anticorruzione delle amministrazioni pubbliche. Va fatta una premessa: al Comune di Trento, sul fronte graffiti, va riconosciuto che è da anni virtuoso. Offre il servizio rimozione dal 1999, ad una tariffa che oggi è di 155 euro ad intervento, a parziale copertura dei costi. Nessun altro Comune trentino lo fa, né iniziative analoghe sono state attivate a Bolzano o a Verona, dove, se un privato si ritrova il muro di casa violentato da vernice anonima, se vuole farlo ripulire, deve arrangiarsi. Punto. Il sindaco Alessandro Andreatta , più volte criticato per la lentezza con cui il Comune affronta la lotta al degrado, ha inserito il servizio di rimozione graffiti – presentato ieri con la dirigente del Servizio gestione strade e parchi, ingegner Claudia Patton , ed il geometra Gianpaolo Benigni – nel più ampio progetto «Noi siamo Trento» per una città più pulita. Con un obiettivo dichiarato: tutelare il decoro urbano, ridurre il degrado , curare il patrimonio comune. Non solo un’operazione «contro», anche «pro» – dice il sindaco – per promuovere una cultura del rispetto e della difesa dei beni collettivi e della bellezza della città e del territorio: «Anche una facciata privata che dà sulla pubblica via ha un significato pubblico, è un bene comune». Le segnalazione e il pronto intervento. A coordinare l’intervento di ripristino della facciata è un nucleo organizzato dal Servizio gestione strade e parchi. Basta rivolgersi all’Urp, l’Ufficio relazioni con il pubblico (dal lunedì al venerdì, tra le 9 e le 16.30, tel. 0461 884453, numero verde 800 017615). Qui viene consegnato un modulo (disponibile anche online) da compilare, con il versamento della quota di 155 euro. Attenzione, però: è anche possibile, come detto, segnalare situazioni di degrado relative non alla propria abitazione, contattando l’Urp attraverso la piattaforma SensorCivico (http://sensorcivico.comune.trento.it) o attraverso WhatsApp con il numero 338 5722794. «Importante» spiega il geometra Benigni «è indicare l’indirizzo e, se possibile, allegare documentazione fotografica». Se la segnalazione riguarda un edificio comunale, l’intervento è diretto, da parte del Servizio gestione fabbricati. Se invece è relativa ad un edificio privato, la «palla» passa al Servizio gestione strade e parchi, che effettua un sopralluogo ed invia al proprietario o all’amministrazione del condominio la proposta di adesione al servizio di rimozione. «Senza adesione» spiegano i tecnici del Comune «non abbiamo titolo ad intervenire». Costi del servizio. Per il servizio, il Comune ha incassato dai privati 1.350 euro nel 2012, 2.400 nel 2013 e 2.700 nel 2014, a fronte di una spesa effettiva, rispettivamente, di 5.486, 11.832 e 12.836 euro. La «tariffa» di 155 euro copre solo in parte i costi. Il Comune, però, intende ridurre la quota a carico dei privati dal primo gennaio 2016, per favorire l’aumento delle richieste di intervento, oltre la ventina all’anno. A bilancio metterà 20 mila euro.
Articolo de L’Adige di Do. S. del 2015
Marco Mercuri
23 ottobre 2015 at 05:14
E a Milano? “Campa cavallo che l’erba cresce!”.
Nulla di tutto ciò, purtroppo. Intanto aumentano ogni giorno le scritte pazzesche di tutti quei “suonati imbrattatori e violenti” che fanno cortei pro o contro qualche cosa.
Qualunque cosa contestata poi resta sui muri, possibilmente in peno centro.
Scritte di una volgarità inaudita – ma fratelli o parenti piccoli questi qui non ne hanno, non pensano che un bambino passando e leggendo certe mostruosità resta turbato?
Sono state spalmate recentemente su tutto, marciapiedi, muri in pietra appena restaurati, palazzi, centraline scritte vandaliche cattivissime e per cosa? Per dire a chi sfilava pro famiglia bla.. bla… bla… che invece no, guai a loro “anche solo a pensare che la legge che regola l’interruzione di gravidanza si possa mettere in pericolo di discussione”.
Devo proprio dire che, pur considerando quella legge “perfetta” perché sancisce un diritto fondamentale per la tutela della vita delle donne, ho trovato il modo di protestare con le scritte demenziale e orrendo.
Ma le ragazze che hanno contribuito a scrivere quella robaccia cos’hanno nel cervello?
Davvero hanno capito solo che “quella legge serve a porre rimedio al loro presunto diritto di giocare, fare e disfare con il loro organo riproduttivo?
Umanamente parlando creano solo ribrezzo prima di tutto alle donne sane di mente e poi agli uomini, che quando sarà il momento di metter su famiglia le eviteranno come la peste!