Milano
Gli agenti si sono presentati nelle case dei tre studenti, due ragazzi e una ragazza, tutti di 17 anni, all’alba di mercoledì. In mano, un decreto di perquisizione firmato dal tribunale dei minori dopo le denunce che erano arrivate tra marzo e luglio di quest’anno da Trenitalia per più imbrattamenti di diversi vagoni di treni regionali. Alle 6 del mattino a Cernusco sul Naviglio, nelle case dei genitori dei tre minori che sono indagati per danneggiamento aggravato di cose altrui, la polizia ferroviaria (assieme ad agenti del nucleo tutela e decoro urbano della polizia locale) ha sequestrato parecchi oggetti personali: cellulari smartphone, tablet, pc e telecamere che i tre avevano usato per riprendere quelle loro azioni (foto e video che avevano postato sui social network e che erano diventati materiale di indagine), oltre a parecchio materiale “tecnico” in parte anche già utilizzato.
Un totale di circa 200 bombolette di vernice colorata spray, 27 caps (cappucci spruzzo) 100 bozze su fogli A4 di graffiti da realizzare probabilmente sui vagoni dei treni – diverse mascherine per proteggersi naso e bocca durante le operazioni con gli spray, e riviste specializzate nelle tecniche di murales e graffiti. Ufficialmente le indagini sui tre erano cominciate il 28 luglio scorso, quando la Polfer vide i tre, insieme, con le bombolette al lavoro sui vagoni di un treno al deposito di Parco Centrale a Lambrate.
Quella notte, quando gli agenti della polizia ferroviaria erano intervenuti, si era creato il fuggi fuggi disperato dei tre, ma i poliziotti erano riusciti a bloccare e identificare la ragazza del gruppo, che sarebbe stata la fidanzata di uno degli altri due: lei, di una famiglia conosciuta nell’hinterland e studentessa di liceo, potrebbe essere la persona che firmava con la tag “Amor”, che spesso – come si evince da quanto documentato nelle fotografie messe a disposizione dalla questura – andava ad accompagnare la firma maschile “Iena”, anche sui muri di Milano in zona Porta Romana.
Era stato poi facile risalire agli altri due ragazzi, anche loro di buona famiglia, individuati dai contatti del suo cellulare e poi anche grazie al monitoraggio dei social network che fino a ieri (quando tutto è stato oscurato ed eliminato) si erano prodotti senza risparmiarsi nella pubblicità delle loro tag: oltre a Iena e Amor, la tag del terzo indagato (come da foto) era “Reato”.
«Molto spesso i giovani pensano di fare una bravata e non hanno ben presente il reato che stanno compiendo – ha spiegato Serena Cutolo, della Polfer – Un vagone danneggiato deve restare fermo in stazione con gravi ripercussioni e danni economici per ripulire il treno». Tanto che Trenitalia sta pensando a un “tariffario” fisso di risarcimento per chi imbratta i convogli.
Articolo de La Repubblica di Simone Bianchin del 23 Ottobre 2015
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Articolo del Corriere della Sera del 23 Ottobre 2015
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