Bologna
Se gli ispettori dell’Unesco arrivassero oggi a Bologna per valutare la candidatura dei portici a patrimonio mondiale dell’umanità, «sicuramente deciderebbero per una bocciatura». L’avvocato Bruno Cinanni, presidente del club Unesco sotto le Due Torri, non ha dubbi: lo stato attuale in cui si trovano i portici lascia ben pochi margini di speranza per la candidatura lanciata dal Comune. Colpa soprattutto del degrado in cui versano i simboli cittadini – ascrivibile prima di tutto a graffiti e vandalismo grafico nel suo complesso -, ma su cui, sottolinea Cinanni, incidono anche diversi altri fattori, compreso il sistema di raccolta differenziata di plastica e carta.
“Avvocato Cinanni, a che punto è la candidatura dei portici?”
«Il percorso è lungo, perché l’Unesco, prima di dichiarare un bene patrimonio mondiale dell’umanità, vuole garanzie concrete sulla sua manutenzione».
“E questo è il tasto dolente.”
«Come club Unesco di Bologna stiamo lavorando con altre istituzioni, dal Comune in giù, verso questa direzione. Di recente, ad esempio, abbiamo firmato su questo un protocollo con l’Asppi (l’associazione piccoli proprietari immobiliari; ndr) e ‘Arte sotto i portici’, e altri ne faremo, rivolti soprattutto all’educazione dei giovani, alla sensibilizzazione dei cittadini e alla valorizzazione dei portici stessi».
“Però servono anche iniziative, per così dire, ‘sul campo’.”
«Questa primavera avevo avanzato una proposta al Comune, rimasta purtroppo senza seguito».
“Ossia?”
«Un concorso per i writers che desse loro la possibilità di esprimersi in appositi spazi e su appositi supporti, magari ricavati all’ interno dei Giardini Margherita, premiando i migliori e poi mettendo le proprie opere in vendita. Finora, però, non se ne è fatto niente».
“Vista la diffusione del fenomeno dei graffiti, servirebbe anche una ritinteggiatura costante delle parti imbrattate. E, più in generale, un piano organico ed esteso per fare fronte ai continui imbrattamenti.”
«Certo. Per superare l’esame dell’Unesco servirebbe che i portici fossero almeno in condizioni di non degrado».
“Oltre che sui graffiti, dove bisognerebbe agire?“
«La raccolta differenziata di plastica e carta, ad esempio, crea una certa deturpazione dei portici, e i sacchi lasciati fuori dai palazzi costituiscono senza dubbio un ostacolo in più per il successo della candidatura. Oltre ad essere una brutta cartolina per i turisti».
“Però almeno ha aumentato le percentuali di riciclo. Si possono coniugare efficacia nella raccolta dei rifiuti e senso estetico? Oppure la scelta è, necessariamente, tra l’una e l’altra?”
«Credo che prima di tutto sarebbe necessaria un’organizzazione diversa, visto che oggi il sistema funziona sul presupposto che, verso le 20 di ogni lunedì e martedì sera, tutti siano a casa o in ufficio pronti a portare giù i sacchi della spazzatura».
“Bisognerebbe riesumare i cassonetti?”
«Servirebbero più turni di raccolta, se si vuole fare il porta a porta, oppure più isole ecologiche. Lasciare i sacchetti davanti o sotto i portici è un elemento di degrado e deturpa tanto quanto i graffiti, almeno dal punto di vista estetico. E poi ci vuole più senso civico: il Comune non può certo schierare un esercito di operatori ecologici per le strade, meglio agire sull’educazione dei cittadini, in particolare i più giovani».
L’iter della candidatura E i tempi da rispettare
I portici sono stati inseriti nel 2006 nella lista italiana dei siti candidati a diventare trimonio Mondiale Unesco (la cosiddetta Tentative List ). Il progetto di candidatura è stato presentato dal Comune al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il quale si fa portavoce, tramite l’Ufficio Patrimonio Mondiale Unesco, della lista dei siti tutelati come patrimonio mondiale dello Stato italiano. La candidatura ufficiale, che verrà avanzata dal Ministero, sarà accompagnata da un ‘piano di gestione’ che illustrerà il coinvolgimento di pubblico e privati nella manutenzione del bene, nel rispetto delle logiche partecipative raccomandate dall’Unesco. Una volta che lo Stato invia la candidatura ufficiale, il Centro del Patrimonio Mondiale dell’Unesco effettua una prima verifica sulla documentazione. Se questa è ok, viene inviata agli organi consultivi per la valutazione. La decisione finale spetta al Comitato del Patrimonio Mondiale, che si riunisce una volta l’anno e può anche decidere di rimandare la decisione, chiedendo ulteriori informazioni.
Ecco l’abbonamento anti-writers
Verrà presentato oggi, con una conferenza stampa in Comune, l’abbonamento per la pulizia periodica dei portici dai graffiti dedicato ai condomini e che si propone di eliminare alla radice il fenomeno del vandalismo grafico e una campagna di comunicazione specifica sul tema. All’appuntamento saranno presenti, tra gli altri, l’assessore ai Lavori Pubblici, Riccardo Malagoli, quello all’Economia e alla promozione della città, Matteo Lepore.
Articolo de Il Resto del Carlino di Andrea Zanchi del 23 Ottobre 2015
Maria Gabriella
24 ottobre 2015 at 19:26
Bologna come tante altre città italiane versa in condizioni tragiche. Bisogna trovare una volta per sempre una soluzione seria ed efficace a questo problema. Non si possono lasciare le nostre città in balìa ai vandali. È vergognoso l’indifferenza sia delle istituzioni sia della maggior parte dei cittadini. Speriamo che inizi a cambiare qualcosa molto presto anche se la vedo molto dura
Enza P.C.
26 ottobre 2015 at 07:34
Bene ..poi magari “evitate di avviare procedure di assegnazione dei lavori ad abbonamento che siano successivamente contestabili per irregolarità di assegnazione “.
A MILANO è la seconda volta che tutto si stoppa.
Prima accadde con Moratti sindaco (che per questo aveva anche ottenuto sostanziosi fondi donati da una fondazione) che però diede l’incarico per assegnazione diretta ad Amsa. Ciò fu, ovviamente contestato da altre aziende del settore per mancata emissione di regolare bando.
Poi è accaduto con sindaco Pisapia, per la necessità di fare chiarezza per quegli incarichi di rimozione graffiti assegnate nel 2015 dalla sua giunta ad aziende “pare” inadatte, per via di una loro eventuale limpidezza tutta da dimostrare. Tutto fermo si è fermato a Milano e la città è rimasta sporchissima e ri- ripetutamente vandalizzata a ogni nuovo corteo di manifestazioni varie (spesso più rappresentative di demenza galoppante e incivile, che per ragioni valide e condivisibili).
Nessuno però li ferma qui, nonostante le “penose sceneggiate politiche del corteo pro pulizia di Milano” del 3 maggio, nel post – blak bloc con devastazioni libere prima del 1 maggio -.
Così è e continua a essere. Solo la determinazione delle associazioni di volontariato fatte da cittadini, che si attivano autonomamente grazie a anche all’aiuto di sponsor (anche stranieri), s’è ridato lustro con fatica a molte aree milanesi, che a vederle conciate in modo ignobile “letteralmente gridavano aiuto!!!”.
Occhio Bologna, fate tesoro delle esperienza milanesi, che “le corse in avanti, che tendono a compensare l’esagerato e colpevole immobilismo politico precedente, se sono fatte “senza i dovuti freni”, fan solo danno, fanno perdere tempo e fiducia nella capacità e nella buona fede delle istituzioni.
Ma fanno anche pensare, sopratutto all’estero, che l’Italia è degradata e degradabile senza soluzione.
Per Bologna dovremmo fare tutti un forte gesto di sostegno (a patto che si fermino con decisione i vandali).
Però bisogna soprattutto che sia il governo centrale a VOLERLO DAVVERO!!!