Mestre
Avevano appena finito di disegnare, la vernice era fresca e l’odore ancora pungente. Così gli agenti della polizia ferroviaria si sono guardati in giro, fino a che hanno sorpreso i quattro giovani writer, due di 14 e due di 13 anni. L’episodio è successo sabato sera verso le 19. I quattro amici si sono intrufolati nello scalo ferroviario di Mestre dove rimangono in sosta alcuni treni in attesa di ripartire per la prevista destinazione. E’ lo spazio che si può vedere dall’alto percorrendo il cavalcavia della Giustizia. Una volta entrati i quattro ragazzi, armati di bombolette spray di vari colori hanno cominciato a sfogare la loro creatività sul vagone di un treno regionale, tra l’altro di quelli nuovi. Dopo aver dipinto e colorato si sono allontanati dopo essere stati visti da un capotreno, che ne aveva segnalato la presenza agli agenti della polizia ferroviaria di Mestre. Arrivati nei pressi del vagone preso di mira gli agenti si sono accorti che la vernice era fresca e hanno cominciato a guardarsi intorno e a controllare la zona, notando i due ragazzi che si stavano allontanando verso il cavalcavia. I quattro quindi sono stati fermati e portati negli uffici della stazione, dove non hanno potuto far altro che ammettere che sì, erano stati loro a dipingere il vagone. Anche perché avevano ancora le mani sporche di vernice. Un gesto che costerà loro una salata contravvenzione, per essere entrati sprovvisti di autorizzazione, in un’area vietata. I due 14enni inoltre sono stati denunciati alla procura minorile per imbrattamento e deturpamento di cose altrui. Le famiglie dei ragazzi sono state subito avvisate – i genitori si sono scusati – e dell’episodio è stato informato anche il tribunale dei minorenni. «Il problema delle carrozze prese di mira dai giovani writer», spiegano dal compartimento di polizia ferroviaria del Veneto, «è da tempo seguito con attenzione, e stiamo promuovendo una serie di incontri con i ragazzi delle scuole, soprattutto quelli di terza media, per far capire loro i rischi cui vanno incontro». Il primo riguarda l’introduzione nei parchi ferroviari. «I giovani non capiscono il pericolo che corrono perché nelle aree di sosta spesso i treni vengono spostati da un binario all’altro e le statistiche ci dicono che sono in aumento gli incidenti provocati proprio da queste intrusioni». L’altro aspetto riguarda i graffiti. «Va detto che spesso, anche in questo ultimo caso, sono disegni molto belli. Ma a essere sbagliata è la “tela” sulla quale vengono fatti non solo perché coprire con i colori numeri di identificazione è pericoloso per la sicurezza dei viaggiatori, ma anche perché tenere fermi i treni per la pulizia ha un costo e se – come accaduto in questo caso – i responsabili vengono individuati, i costi ricadono sui writer e sulle loro famiglie».
Articolo de La Nuova di Francesco Furlan del 4 Novembre 2015
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