Vicenza
Il gioiello palladiano è sorvegliato da 30 telecamere Indaga la pattuglia anti- degrado della polizia locale «Purtroppo manca una educazione alla cultura»
Non sarà certo uno schizzo di inchiostro a macchiare indelebilmente l’abito della “Dama bianca”. E non saranno certo zoppicanti rime baciate e cuori abbinati a infantilismi a guastare fama e onore che la creatura palladiana si è guadagnata ben oltre i confini europei dopo il grande restauro da 20 milioni di euro. E però. Quei graffiti sono davvero una stonatura, una stecca nella sinfonia di pietre e marmi suonata ogni giorno in piazza dei Signori.Dieci anni fa, alla vigilia del cantiere, il team di progettisti notando un gruppo di giovanotti sdraiati tra gli stracci sotto le volte del monumento durante un sopralluogo aveva definito la Basilica «una vecchia nonna trascurata». Oggi che ha riconquistato forza e bellezza, è un insulto doppio trattarla come un muro di periferia per sfogare l’impellente urgenza di scrivere parole alate come “Willy gay”. I graffiti sono visibili sulla balaustra della scalinata all’angolo tra piazza dei Signori e piazzetta Palladio, davanti al cancello che un tempo aveva la funzione di ingresso principale al salone. Il Comune ha messo in pista la pattuglia anti-degrado della polizia locale: scatterà un pressing sui gruppi di ragazzi che orbitano intorno al palazzo e saranno passati al setaccio i filmati registrati dalle videocamere. Il monumento è sorvegliato da una trentina di occhi elettronici: è possibile, tuttavia, che al momento dei vandalismi nessuno fosse puntato sui volti dei barbari: questa potrebbe essere l’occasione per ri-orientare gli obiettivi.«Non abbiamo segnalazioni di altri episodi – chiarisce Jacopo Bulgarini d’Elci, vicesindaco e assessore alla Crescita – non c’è quindi un’emergenza, ma certamente questo episodio è un campanello d’allarme sgradevole, che ci preoccupa. Per questo è stata subito attivata la pattuglia anti-degrado con l’obiettivo di riuscire a identificare gli autori. Questi sfregi sono inaccettabili, soprattutto alla luce degli investimenti che sono stati compiuti e che saranno programmati». Bulgarini anticipa due tipi di azioni: «Una di carattere repressivo, nel breve termine, per sanzionare chi ha imbrattato la scalinata e per scoraggiare altri vandali. Un’altra di lungo periodo, calibrata sullo sviluppo di una educazione alla cultura per il rispetto di un patrimonio che appartiene a tutti, anche a questi cretinetti».
Articolo de Il Gionale di Vicenza di Gian Marco Mancassola del 13 Novembre 2015
Commenti recenti