San Donato
Chiuso l’incidente diplomatico con le Ferrovie, l’azienda ha autorizzato «ex post» il grande murales abusivo di via Greppi. Sarebbe dovuto diventare un simbolo della creatività giovanile «legale», per dire basta alle «tag» abusive spruzzate sui muri del quartiere. E, invece, il progetto di Certosa si è trasformato in una magra figura per il Comune, che si era «dimenticato» di chiedere il permesso a Rfi, azienda proprietaria del muro della massicciata ferroviaria. Con una lettera ufficiale, la settimana scorsa Rete ferroviaria italiana, «preso atto che l’Amministrazione sandonatese ha agito con l’intento esclusivo di riqualificare l’area di via Greppi e che gli artisti hanno comunque realizzato opere che rispettano i criteri previsti dalla stessa Rfi», ha definitivamente autorizzato la realizzazione dei murales. Cala il sipario sul «caso» Toxic of paints, l’imponente e colorata riqualificazione della massicciata ferroviaria di via Greppi, nel quartiere Certosa, effettuata con i murales e i graffiti di grandi dimensioni realizzati – nel corso di un lungo weekend all’insegna della socializzazione e del divertimento – da decine di artisti coinvolti in un progetto delle realtà giovanili locali coordinate dell’Amministrazione comunale. «È stato sollevato un gran polverone su questa vicenda – commenta il vicesindaco Massimiliano Bella – da chi ha voluto puntare il dito contro un errore tecnico, ovvero la tardiva richiesta ufficiale di autorizzazione, ignorando invece la sostanza di un progetto di alto valore culturale e sociale, apprezzato dalla maggioranza dei residenti di Certosa e la cui bontà è stata riconosciuta anche da Rfi, che non ha avuto problemi a concedere l’autorizzazione». Bacchettato il Comune anche dalle opposizioni, che pochi giorni dopo la conclusione dell’evento di via Greppi avevano scatenato la bufera in città, bocciando un iter burocratico che, a conti fatti, ha fatto acqua da tutte le parti.
Articolo de Il Giorno di Patrizia Tossi del 17 Novembre 2015
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