Milano
Ci saranno presto altri muri a disposizione degli street artist milanesi. Lo promette Carmela Rozza, assessore all’Arredo urbano, dopo aver fatto ieri il punto della situazione sulle iniziative dedicate all’arte urbana dell’ultimo anno. In sei mesi sono stati messi a disposizione cento “Muri liberi”. «Stiamo censendone altri da aggiungere alla lista. Questa volta però si cercherà di coinvolgere anche i privati, che verranno contattati dal Comune per chiedere la propria disponibilità», ha spiegato l’assessore. Si vorrebbe anche dare la possibilità agli artisti di chiedere autonomamente l’assegnazione di muri fuori dalla lista che il Comune, dopo le dovute verifiche, potrà assegnare loro per un anno. A questo si aggiunge il progetto
“Energy box”: negli ultimi mesi sono state dipinte 200 centraline dell’A2a. Presto ne verranno colorate altre 20, ma sono 800 quelle ancora “bianche” e che potrebbero essere assegnate agli artisti. E «potremmo anche valutare di fare un’iniziativa “Cabine libere” da affiancare a “Muri liberi”». In riferimento all’episodio della Palazzina Liberty, ripulita giovedì dalle tag di alcuni writers, Rozza dice che è stato un atto di vandalismo intollerabile. «È utopico pensare che i cento muri fossero sufficienti a bloccare il vandalismo. Oltretutto c’è anche chi non è interessato a sviluppare aspetti artistici, ma solo all’atto di ribellione in sé», è la tesi di Pao, all’anagrafe Paolo Bordino, conosciuto per i pinguini colorati sui panettoni antisosta. Ma l’artista milanese pensa anche che “Muri liberi” sia stata «la prima iniziativa che ha concesso degli spazi per l’arte di strada, è il primo passo di un cammino che va continuato». Questi percorsi di street art «portano a sviluppare l’aspetto artistico, mentre una politica di tolleranza zero porta verso l’atto vandalico». Secondo Pao, per proseguire in questa direzione, si potrebbero costruire dei progetti con il Comune «non più solo a costo zero, ma investendo risorse».
Articolo de La Repubblica di Claudia Zanella del 29 Novembre 2015
Viola Andreoni
30 novembre 2015 at 06:18
Sulla sporcizia lasciata ovunque da anni e anni, quando si intervistano i soliti noti è ovvio: che “si evitino i commenti al lercio diffuso su Milano massacrata da tag”.
Il più brutto esempio sono proprio le centraline dipinte e sgargianti, con a fianco intoccabili, chissà perché, centraline sporchissime (e chiamare le 800 non dipinte “bianche” fa sorridere parecchio amaro). Sono ricoperte di sporcizia arcaica, tag sopra tag, etichette abusive pluristratificate di ogni tipo. Perché i proprietari non provvedono alla loro manutenzione normale? Basterebbe dare un ordine preciso a chi le ha messe e le utilizza per le proprie attività, energia elettrica, telefonia, regolazione semaforica, gas ecc. A Milano almeno quello si dovrebbe fare..prima di ipotizzare l’intervento “artistico” come unica soluzione. Capisco che la verità è dolorosa, ma ha ancora un suo pregio: la verità.
Il pulito diffuso “per il bello che sa esprimere” sembra ormai non sia più contemplabile.
Capisco lo street artist e il suo logico pensiero.. ma è necessario qui precisare, che, oltre alla palazzina più citata degli ultimi mesi, va ricordato che intorno c’è il delirio di graffitismo vandalico in quel parco, pali, giochi dei bimbi, panchine, tavoli, fontane, tutto è brutalmente sporcato.
Possiamo pensare anche a pulire il contorno? Per favore.
Perché l’attenzione, a macchia di leopardo, con il faro (l’occhio di bue teatrale) sempre acceso solo sulla Palazzina, stona! Mi permetto di fare un copia incolla di un commento già postato da altri all’articolo
“Filadelfia che sta facendo la storia”. E perfettamente adatto anche a commento di questo articolo. Aspettando anche che l’informazione eviti di omettere verità.
“Leggendo l’articolo può sembrare che l’abbattimento del graffitismo vandalico a Philadelphia sia stato causato dalla semplice concessione di muri legali.In realtà Philly (Philadelphia)ha 11 squadre antigraffiti a tempo pieno composte da due agenti ciascuna per l’intercettazione dei vandali (fototrappole e database delle tag).Ammende molto pesanti (anche per i genitori dei minorenni).Anche pulizia muri :100/300 ore per i vandali e reclusione se incorrono nel reato la seconda volta.Nelle scuole ci sono programmi sul graffitismo selvaggio.Primo anno: consapevolezza del problema per studenti e familiari.Secondo anno :azioni pratiche degli studenti con clean up.
Da noi si ha la sensazione invece che concedendo SOLO muri legali si riduce il vandalismo grafico.”