Reggio Emilia
Non sono esempi di street art, più o meno nobile. E nemmeno di graffiti ai quali vengono affidati messaggi subliminali. Sono semplicemente e tristemente esempi di maleducazione. Quella di chi pare divertirsi, non avendo probabilmente altro da fare, a lasciare sui muri del centro storico disegni di cattivo gusto, scritte sgrammaticate (ma questo è il meno) assai poco urbane, simboli di varia natura e in ogni caso per niente artistici. Ed è purtroppo impossibile ignorare queste brutture dal momento che passeggiando sotto i portici di San Pietro ci si accorge ben presto che sono pochi anzi pochissimi i metri quadrati risparmiati dalla maleducazione. E se i portici di San Pietro sono i più frequentati dai grafomani incompresi, ben pochi muri del centro si salvano. Un problema, quello dei muri imbrattati, che non nasce oggi ma che in questi giorni, con la città che cerca di farsi più bella tra luminarie, negozi vestiti a festa, finestre illuminate e davanzali addobbati, rappresenta una nota se possibile ancora più stonata. Da parte sua, il Comune, alza le mani. «Parliamo di proprietà privata anche se i portici sono di uso pubblico -spiega l’assessore Mirko Tutino – quindi i lavori di manutenzione, compresa la pulizia dei muri, spetta ai proprietari. D’altra parte noi non abbiamo soldi da mettere a bilancio per pulizie straordinarie. Durante la scorsa legislatura, erano stati in realtà messi in capitolato dei fondi finalizzati a questo obiettivo e qualche pulizia generale era stata effettuata. Ma poi si torna sempre da capo, e dovrebbero essere i proprietari a pensarci». Un appello rivolto ai proprietari degli immobili in centro era stato lanciato nel maggio scorso dal’ex assessore Mauro De Bue. «Perché – si chiedeva Del Bue – a Reggio non esiste la stessa sensibilità che ho trovato in altre città a partire da Milano e i proprietari degli immobili non rimuovono di loro spontanea iniziativa questo affronto alla bellezza e alla pulizia urbana? Basterebbe farlo almeno una volta all’anno». E citava proprio via Emilia San Pietro, dove la situazione, in questi mesi è peggiorata. «Faccio appello al senso civico dei cittadini e alla sensibilità degli amministratori – concludeva – ma vorrei che in un mese, se non si può evidentemente ancora risolvere il problema delle facciate che più volte ho denunciato, con qualche pennello in mano si potesse risolvere almeno quello dei muri sopraffatti da idiozie». Di mesi ne sono passati, ma nulla è cambiato.
Articolo della Gazzetta di Reggio del 8 Dicembre 2015 di Chiara Cabassa
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