Milano
E ra stato denunciato dalla polizia locale il 25 novembre 2012 dopo essere stato sorpreso mentre dipingeva un muro di cinta della piscina Argelati. Il writer, finito sotto processo con l’accusa di imbrattamento, ha «agito nella convinzione che la superficie sulla quale stava dipingendo fosse stata autorizzata». Con questa motivazione il Tribunale ha assolto Thomas Rivolta, 40 anni, fermato mentre stava tracciando un graffito in memoria di Spyder 7, uno degli storici esponenti milanesi della street art morto negli anni ’90. Nel corso del processo il writer, difeso dall’avvocato Domenico Melillo, ha sostenuto di aver agito nella convinzione che il muro facesse parte di alcuni spazi «liberalizzati» dal Comune per l’arte di strada. E il giudice della prima sezione penale, Micaela Curami, gli ha dato ragione affermando, nelle motivazioni della sentenza di assoluzione, che «non è raggiunta la prova certa della sussistenza in capo all’imputato dell’elemento psicologico del reato contestato». Secondo il giudice, quindi, «deve ritenersi credibile la versione dei fatti fornita dall’imputato il quale ha presumibilmente agito nella errata convinzione che la superficie dallo stesso disegnata fosse stata liberalizzata».
Articolo del Corriere della Sera del 10 Dicembre 2015
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