Reggio Emilia
Confedilizia dichiara guerra a graffiti e muri imbrattati. Lo fa costituendo un “gruppo antigraffiti” aperto ai cittadini e con un “decalogo” che verrà diffuso nelle scuole per spiegare “il valore civile del decoro urbano” e contestare la considerazione dei graffiti come forma d’arte. L’iniziativa è annunciata dalla presidente dell’associazione, Annamaria Terenziani, che spiega: «Cancellare subito i graffiti è ad esempio una delle azioni deterrenti, indicate nel decalogo, particolarmente efficace per evitare il ripetersi della cosa, posto che gli autori hanno come unico scopo quello di vedere la propria ‘opera’ durare nel tempo». Ma prima di eliminare il graffito, “conviene fotografarlo” e fare “una denuncia-querela circostanziata, chiedendo che il colpevole (anche se ignoto) venga individuato e punito, con riserva di costituirsi parte civile per il risarcimento del danno subito”. La legge, ricorda Terenziani, «prevede infatti che deturpare o imbrattare cose mobili altrui possa essere punito, a querela della persona offesa, con una multa», mentre «realizzare un graffito su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati, rappresenta una fattispecie di reato più grave, perseguibile d’ufficio e punito con la reclusione da uno a sei mesi o con la multa da 300 a 1.000 euro». Confedilizia punta poi il dito contro il Comune sottolineando lo stato dei muri della biblioteca municipale e ricordando: «Pochi giorni or sono l’assessore Tutino è intervenuto sul grave problema del decoro della città e del centro storico in particolare, i cui muri imbrattati da disegni e scritte di pessimo gusto, lungi dall’essere espressione di una forma d’arte, sono solo atti di vandalismo». La conclusione, prosegue Terenziani «sarebbe che sono i proprietari degli immobili a doversi far carico del ripristino delle facciate. Certo questa sarebbe la giusta considerazione di fronte ad un occasionale episodio, un atto vandalico isolato». Tuttavia a Reggio, afferma la presidente, «è l’amministrazione comunale ad aver consentito che un intero lato della facciata della biblioteca comunale, palazzo storico, tutelato dalla Sopritendenza, venisse coperto prima da murales riproducenti volti di alcuni celebri reggiani e poi dagli imbrattamenti di un qualunque vandalo».
Articolo de Il Resto del Carlino del 11 Dicembre 2015
Marco Mercuri
12 dicembre 2015 at 11:58
Tuttavia… mi piacerebbe molto sapere a Milano cosa ne pensano in Comune, mentre tutti sgomitano per arrivare all’ambita poltrona di pregio.
Credo si sia in moltissimi in questa violentata città a chiedersi: ma cosa sta facendo Conferedilizia qui (cosa promuove, chiede o finanazia) cosa sta facendo il COMUNE di Milano, oltre a far pittare murales e centraline varie, anche da gente che vandalizza abitualmente, gente nota che s’è firmata e appiccica volantini su tutto da decenni (tipo TVBoy e Zibe, Zoor ecc.ecc. ).
Cosa mai sta facendo per far ritornare il “decoro” almeno sul suo martirizzato patrimonio?
Cosa stia progettando per incentivare al recupero dell’originale dignità un’intera città metropolitana, che non è solo nuovi grattacieli, Expò, Darsena o Palazzina Liberty. Insomma fra tanti proclami per le prossime elezioni, con l’onnipresenza di alcuni che sui giornali si vantano anche del merito che a Milano arrivi una giornata di sole, vorremmo sapere: come, chi è ancora al comando per un po’ in questa città, sta incentivando il fare dei cittadini?
Le serrande per esempio fanno ribrezzo e non è possibile ipotizzare che diventino tutte dipinte con mostri e mostricciattoli da cartoni animati. Scusate ma non si capisce proprio. E’ vero che i soldi per la rimozione dei graffiti son bloccati per ragioni di controllo antimafia sulle aziende incaricate, ma intanto?
Dire ai negozianti che possono essere anche aiutati a ridipingere il fuori dei loro esercizi e con regole anche di rispetto estetico a chi tocca? Per ora non si capisce!
Ben vengano dunque esempi di istigazione al decoro e alla civiltà diffusa come pare stia facendo Reggio Emilia
Guido Calvanico
12 dicembre 2015 at 21:44
Sono totalmente d’accordo su tutta la linea, però vorrei chiedere a Confedilizia se sta studiando, accanto ai produttori dei materiali per l’edilizia, qualcosa che non consenta ai graffiti di attecchire sui muri. Se ne sta parlando o dovremo continuare a ripulire di tasca nostra?
Marco Mercuri
13 dicembre 2015 at 13:24
Vorrà dire che oltre alle risposte non date da Confedilizia a Milano ci sarà anche la sua caro Galvanico.
Azzardo una risposta ipotetica da cittadino: no secondo me proprio no. Non studiano nulla.
Bombolette, sporcizia da pulire e ripulire, imbrattatori impuniti, e, soprattutto, la nuova esaltazione dei ridicoli pregi falsamente risolutivi del degrado, che aumentano solo il campo gioco di chi preferisce occupare spazi comuni, spesso dipingendo tutto con espressione di inquietudine interiore, prevalentemente di fatto esponendo la propria nevrosi, produce redditi. Redditi per alcuni e furto continuato per altri, che devono pulire e ripulire i propri palazzi, a meno di farne anche abbattere il valore di vendita o affittanza.
Che le bombolette chr spruzzano colore producano danni ecologici enormi non è argomento di interesse dei nostri politici. Anzi certi autocandidatisi alla poltrona di sindaco già stanno promettono lunga vita al muralismo con bombolette.