LUCCA
Sono una testimonianza di “globalizzazione dell’inciviltà”, una forma di vandalismo (e quindi sciocco per definizione) che caratterizza tutte le città, a ogni latitudine. Ma in un museo a cielo aperto come Lucca le “opere” di chi si crede un writer, un artista, e usa le pareti storiche come “tela” per i propri scarabocchi, o, peggio, per scritte più o meno deliranti, dai messaggi d’amore a quelli “politici”, fanno particolarmente male. Non solo rendono brutto ciò che è bello, ma costituiscono anche un danno economico per tutta la comunità, perché quei “ghirigori” devono essere tolti, le pareti ripulite. O a carico del privato che ha subito il danno o a carico dell’amministrazione pubblica. Parallelamente a questi gesti proseguono gli interventi dell’amministrazione comunale per cercare di migliorare l’immagine della città. Nei giorni scorsi, fanno sapere da Palazzo Orsetti, si è provveduto a intervenire per la cancellazione di scritte sui muri in vicolo della Dogana e in vicolo Tommasi. «La volontà – spiega l’assessore Francesca Pierotti – è quella di rimediare, dove possibile, ai danni apportati in vari angoli della città che deturpano il decoro urbano. Resta molto da fare in termini di sensibilizzazione e di rispetto dell’ambiente che ci circonda: per questo l’amministrazione rinnova l’appello alla buona educazione e al senso civico dei cittadini».
Articolo del Tirreno del 12 Dicembre 2015
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