Arona
Quattro mesi fa un giovane writer moriva investito da un cargo alla stazione di Arona. Ieri notte, nello stesso luogo, sei ragazzi dai 22 ai 25 anni sono stati sorpresi con le bombolette in mano e denunciati per deturpamento e imbrattamento di un treno. Stavano usando vernici spray contro uno dei nuovissimi convogli Trenord, che si trovava in sosta allo scalo di Arona per rientrare in servizio al mattino. I graffitari, scoperti da due operatori del Security team della società lombarda, sono stati poi identificati dai carabinieri. Per loro è scattata una denuncia alla Procura di Verbania.
Raduno internazionale
Si sono dati appuntamento nella notte tra martedì e mercoledì alla stazione di Arona. I writer denunciati sono un italiano di 22 anni di Varese, uno svizzero di 23 anni e una svizzera di 22, un tedesco di 24 con domicilio a Golasecca, una olandese di 22 anni e un olandese di 25, entrambi domiciliati ad Azzate, in provincia di Varese. Una volta scoperti dalla security di Trenord, che da tempo effettua un presidio notturno alla stazione di Arona, si sono dati alla fuga, ma una pattuglia dei carabinieri del Nucleo radiomobile di Arona li ha bloccati attorno alle 4 in via Milano. Con loro avevano uno zainetto colmo di bombolette spray.
Denunciati
Trenord ha sporto denuncia. Nel 2015, solamente alla stazione di Arona, la società lombarda ha contato circa 500 episodi di vandalismo: in un anno su questi convogli sono stati rimossi 12 mila metri quadrati di graffiti, mentre per la pulizia e la rimozione sono stati spesi 84 mila euro. I ragazzi risponderanno del reato previsto dall’articolo 639 del codice penale, che punisce il deturpamento e l’imbrattamento di cose altrui, con l’aggravante che nel caso si trattava di un mezzo di trasporto pubblico. I writer che prendono di mira i treni non rischiano solo una denuncia penale. Lo scorso 6 agosto alle 4 del mattino un ragazzo di appena 19 anni, Edoardo Baccin di Somma Lombardo, ha perso la vita mentre colorava uno dei treni fermi alla stazione di Arona. Non si era accorto del passaggio improvviso di un cargo e è stato travolto.
Articolo della Stampa di Cinzia Bovio del 24 Dicembre 201
Morena Cerretelli
27 dicembre 2015 at 05:50
Se la notte di vigilia porta solo una gran voglia di vandalismo c’è da chiedersi come sia possibile “disintossicare questa gioventù” che si esalta per fare azioni di forme di follia collettiva, con il solo scopo di aggravare di inutile costosissime spese una realtà sociale già “agonizzante”. Non è più tempo di considerare una goliardata quella di una banda così variegata che ha solo voglia di distruzione di beni necessari alla colletività.
Cosa c’è nelle loro teste?
Dovrebbe essere previsto anche un trattamento che cura anche da subito i loro cervelli malati.
Perché solo questo sono, malati di mente.
Poi se quella del continuo spregio alla fatica di chi lavora è diventata la nuova forma di comunicazione “artistica” (come insistono a chiamarla i troppi fasulli promotori della street art imposta come la panacea di tutti mali) vien solo da piangere. Bella pensata …ora a piangere saranno i vostri familiari.
Perché è presumibile non abbiate beni propri che soddisfino l’esborso economico per sanare la parte economica della pena che vi verrà inflitta!
Mauro Bosio
28 dicembre 2015 at 07:49
Forse toccherebbe alla stampa seria dedicare più spazi di informazione vera.
Dovrebbe dare voce ai genitori costretti a pagare i danni prodotti dai loro figli sbalestrati.
Ho letto che sono poco reattivi i genitori davanti al vizietto dei loro adolescenti quando sanno benissimo che vanno in giro e imbrattano.
Lo considerano un “male minore” rispetto alle droghe, alcool ecc. ecc.. Un male che si illudono si stemperi sulla società e quindi pensano “chissenenfrega… lasciamo che si sfoghino così”. E’ grave, ma questi genitori non sono gli unici a cui attribuire colpe diseducative.
Ho alcune perplessità sull’analisi che ci viene spesso proposta. E’ troppo semplice si concentra troppo: “sull’educazione non impartita dai familiari nel tempo che precede la maggior età”.
La gravissima colpa è anche della connivenza di chi, dovendo per scelta propria, essere guida delle scelte educative sociali, e, non essendo affatto in grado di contenere gli “sfoghi” aggressivi e vandalici, si limita a trasformare l’informazione.
In poche parole si infilano UN SACCO DI MEGA BALLE SUI VALORI DELLA TRASGRESSIONE ARTISTICA che per esprimersi esige spazi aperti.
Leggo che in colpevole silenzio assenso si consente che venga insegnato a bimbi sopra i sei anni di utilizzare bombolette spray, ai quali spesso la mano viene guidata da alcuni eletti.
Veri imbrattatori, che fattisi santi, in virtù di riconoscimenti di qualità artististiche (talvolta penose) diventano maestri qualificati per indurre bimbi piccoli alla street art. E’ un ottimo modo per garantire alla città MOLTI FUTURI IMBRATTAMENTI.
Genitori inconsapevoli poi considerano solo divertente la cosa, un gioco.
NON LO è AFFATTO, sarebbe bene che avessero finalmente “più voce quei poveri genitori dei molti rimbambiti imbrattatori, che ben oltre i 18 anni vanno a vandalizzare treni o altro.
Genitori rovinati che, comunque, nonostante la maggiore età dei figli, trattandosi di reato penale, quando i vandali sono nullatenenti, devono pagare a caro prezzo i danni fatti.
La società è malata perché chi dovrebbe prendersene cura partendo dalle radici giogioneggia.
Finge e mente, solo per cavarsela alla bellemeglio durante il suo mandato politico e anche per ottenere magari pure nuovi incarichi, ma della città e dei cittadini, di fatto, non gliene frega assolutamente nulla.
Milano e l’Italia sono irriconoscibili per quanto sono imbrattate da tag e imbecillaggini varie.
Andrebbe curato il male contenendo la sua diffusione, nessuno conosce gli sviluppi che un virus infettivo produce e non vi è alcun dubbio che quello dell’imbrattamento sia un virus letale per i beni architettonici del Paese. A Milano poi questa invadente forma virale si sta provvedendo a inocularla proprio nei più piccoli.
Vorrei proprio conoscere il parere di quelle famiglie rovinate dai figli vandali a causa dei risarcimenti danno a cui devono far fronte.
Cesare Lentini
30 dicembre 2015 at 05:37
Si sarebbe proprio bello che certi giornalisti di grido, invece che tirare fuori sempre e sempre al storia delle qualità di Bansky o altri, la smettessero di tacere con penosa furbizia tutto il resto dello schifo.
Uno schifo invincibile (se qua non cambia il modo di affrontare il problema da chi dovrebbe proprio e non lo fa…anzi) che ci viene regalato dai graffitari pazzoidi, capaci di rendere tutto una porcheria.
Sarebbe bello che vennissero a farsi un giretto nelle periferie di Milano, loro, i giornalisti e pure tutti i politici CANDIDATI SINDACO di MILANO. Ora sono nella loro massima espressione linguistica e sono capaci di promettere a tutti anche la luna: che dicano chiaro qual’è il loro progetto/programma per far smettere lo scempio che degrada tutto, il costo sociale è pazzesco. I quartieri periferici diventati una pattumiera e lasciati al vandalismo peggiore non si ripigliano più, le case non le vuole più nessuno e la gente può solo peggiorare.