CELADINA
I residenti raccontano di aver avvistato, pochi mesi fa, un gruppetto di ragazzi intento a scavalcare la recinzione, per poi dileguarsi sul retro, verso una finestra. Il tutto a riprova dei loro sospetti: anche l’interno dell’ex Centrale Enel di Celadina è porto franco per i fanatici della vernice spray. Che all’esterno l’immobile fosse bersaglio dei graffitari era ben noto fin dal termine della ristrutturazione, nel 2010. Bastava – e basta ancora oggi – osservare le pareti di tutto l’edificio per scorgere scritte ingiuriose e disegni volgari, tanto che per cercare di salvare il salvabile nel 2012 venne transennato l’anfiteatro esterno, sul retro dell’immobile.
Gli ingressi abusivi Il resto dei muri negli anni è rimasto carta bianca per i vandali, in azione anche nei giorni scorsi. Ma che anche l’interno dell’edificio fosse alla loro portata si è scoperto solamente nel 2014 quando una dedica d’amore, colorata di rosso, è comparsa sulla torre che sovrasta l’edificio. Pertanto – ipotizzavano nel quartiere – l’autore (o gli autori) dovevano aver raggiunto la sommità entrando abusivamente nell’immobile da una delle tante porte al piano terra, che però risultavano chiuse con lucchetti e catenacci. Oppure, si pensava, arrampicandosi lungo le tante gronde, operazione alquanto pericolosa. Niente di tutto ciò, come si è scoperto in quella sera di fine estate riferita dagli abitanti: l’ingresso all’ex edificio termoelettrico di via Daste e Spalenga avviene da una delle finestre che si affacciano sul retro, dove si trova – anch’esso imbrattato – l’anfiteatro che dovrebbe essere isolato dai pannelli di metallo posizionati proprio per tenere alla larga i malintenzionati. Come detto, a poco è servito, considerato quando accaduto sotto lo sguardo dei residenti e considerate le attuali condizioni dello stabile, visitato più volte anche all’interno, come confermano – se ce ne fosse bisogno – alcuni scarabocchi sui vetri delle finestre, leggibili da dentro e quindi da lì realizzati. Tra continue imbrattature e incursioni abusive, questo è il passato (e per il momento anche il presente) di quello che a fine Ottocento era un insediamento industriale tessile, poi una centrale Enel, oggetto di un recupero da 3 milioni di euro, ora di proprietà Comunale e rimasto vuoto dal 2010. Non sarà il futuro, vista la buona notizia dei giorni scorsi: per 7 milioni 350 mila euro l’Inail acquisterà immobile e lo ristrutturerà trasformandolo in un laboratorio di formazione a misura di giovani, con corsi di musica, arte, intrattenimento e spazi per start up e di coworking.
Imbrattato anche il motore Dopo la selezione preliminare (entro gennaio è prevista quella definitiva), ma soprattutto dopo una lunga attesa, finalmente si intravede un nuovo avvenire per l’impianto che dagli anni Venti e fino alla fine degli anni Cinquanta produsse energia per le Industrie Riunite e Filati, e (attraverso la nazionalizzazione dell’Enel) per Torre Boldone, Ranica, Alzano e Nese grazie a un motore a diesel, oggi in bella mostra nella piazzetta come simbolo di archeologia industriale. Nemmeno quest’ultimo risparmiato dalle bombolette.
ARTICOLO DELL’ECO DI BERGAMO DI ELISA RIVA DEL 29 DICEMBRE 2015
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