Scritte e dita mozzate, è il Prato dei vandali

PADOVA

Sono decine le statue rovinate. Ritrovato il dito del Pallavicino. Il vicesindaco: «È colpa di chi ha allestito le luminarie» di Alice Ferretti Il mignolo del capitano di ventura Uberto Pallavicino è stato ritrovato (l’annuncio è arrivato ieri direttamente dal vice sindaco Eleonora Mosco). Tuttavia (e purtroppo) la menomazione del capitano di ventura del 1200 non è un caso raro in Prato. Molti altri ospiti illustri dell’Isola Memmia, infatti, non se la passano poi tanto meglio (sebbene nessun altro sia stato utilizzato come reggi-luminarie). Senza dita sono anche Carlo Rezzonico, ovvero Papa Clemente XIII, lo scrittore e poeta del ’500 Francesco Petrarca, il letterato e collezionista d’arte, anch’esso del ’500, Antonio Michiel, il condottiero del 1500 Lodovico Di San Bonifacio (Sambonifacio), e diversi altri personaggi che hanno, appunto, dato lustro alla città di Padova. Ad alcuni, come a Taddeo Pepoli, politico e giurista del 1300, e a Torquato Tasso, scrittore e poeta della seconda metà del ’500, mancano addirittura le braccia. Per non parlare delle scritte. Le statue dell’isola Memmia, in modo particolare quelle del cerchio più interno, il più vicino alla fontana, sono quasi tutte coperte da scritte a penna, a bomboletta, a pennarello colorato. Sui basamenti marmorei si leggono nomi di coppie di innamorati, date, cuori, frecce, ma anche parolacce, qualche insulto, e segni difficilmente decifrabili. In pratica su 78 statue si possono contare sulla punta delle dita quelle completamente integre, fatta eccezione ovviamente di quella decina che attualmente è in fase di restauro. Fatto sta che tra menomazioni e graffiti di vario tipo non si può proprio dire che le statue di Prato della Valle offrano un gran bello spettacolo a padovani e turisti. Tanto più se si pensa che anche ieri il polso sinistro di Pallavicino era ancora utilizzato come ancoraggio per fissare le luminarie natalizie dell’Isola Memmia, (anche se nessuno sa se questa sia l’effettiva causa del distacco del dito). Sul fatto che la rottura del dito sia stata causata da vandalismi, usura del tempo, o da imperizia degli operai che hanno installato le luminarie lo stabilirà l’amministrazione comunale. «La ditta che ha gestito l’installazione delle luminarie in Prato della Valle aveva ricevuto istruzioni precise a cui, evidentemente, non si è attenuta», spiega il vicesindaco Mosco. «Per questo è stata contattata dal settore edilizia monumentale, il quale ha inviato diffida formale, contestazione e richiamo affinché questa si attenga immediatamente alle istruzioni già concordate sia in sede di conferenza dei servizi sia, successivamente, di sopralluogo». Per il resto si vedrà.

ARTICOLO DEL MATTINO DI PADOVA DEL 29 DICEMBRE 2015

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