MILANO
L’hanno scorso s’è chiuso con un blitz notturno nel deposito del metrò in zona Qt8, zona Ovest di Milano. È arrivata la sicurezza dell’Atm, i writer sono scappati, ma hanno lasciato i loro «pezzi» già conclusi sull’intera fiancata di tre vagoni. Le firme: Hurk , Krice , Syrot . Il loro gruppo (la crew Hacfs , acronimo per HaltAndCatchFire ) ha base in Germania; in particolare Berlino. Graffitari vandalici che fanno continue trasferte in Europa. Il blitz risale alla notte fra il 30 e il 31 dicembre 2015. E in qualche modo ha segnato l’avvio del nuovo anno: la notte del 6 gennaio sono stati fermati due writer spagnoli nel deposito del metrò a Gorgonzola (in questo caso la sicurezza li ha scoperti prima che riuscissero a imbrattare un treno); infine, nella sola notte del 14 gennaio, in due operazioni parallele, gli investigatori della Polizia locale hanno bloccato e denunciato due gruppetti in strada.
Due italiani e uno svizzero in via Canonica, dove avevano appena «fatto» un muro; un russo e un portoghese, entrambi studenti della Naba, Nuova accademia di belle arti, stavano invece facendo un «pezzo» su una facciata di via Teulié, in zona Porta Lodovica.
La chiusura dell’evento
Secondo alcuni esperti, questa ripresa dell’attività è legata alle voci che sono state captate negli scorsi mesi sui profili aperti dei writer sui social network: «Thank God Expo is over» (grazie a Dio l’Expo è finita). Con la convinzione (infondata) che la chiusura dell’Esposizione abbia portato un allentamento dei controlli. Il fatto che cinque ragazzi siano stati scoperti nella sola notte del 14 gennaio dimostra il contrario: tutti sono stati denunciati dagli investigatori dell’Unità tutela decoro urbano della Polizia locale, che ha collaborato con la polizia di Stato ed è coordinata dal comandante Tullio Mastrangelo. Il ragazzo portoghese aveva sette bombolette di vernice spray e altri accessori. L’italiano fermato in via Canonica fa parte invece del gruppo dei 152 Boys , nuova formazione, in forte espansione.
Le inchieste
Molti degli assestamenti nel mondo del graffitismo in città sono collegati alle inchieste che si sono moltiplicate nell’ultimo anno e mezzo, coordinate dal pm Elio Ramondini. Anche se i dati ufficiali per il momento non sono stati comunicati, l’Unità specializzata della Polizia locale ha indagato almeno 150 graffitari nel 2015; molti processi sono in corso. Riflette Fabiola Minoletti, dell’Associazione Nazionale Antigraffiti: «Sicuramente a causa della attività di contrasto della Procura, che ha colpito gruppi storici e consolidati, milanesi e dell’hinterland, sono diminuite le intrusioni nei depositi del metrò da parte di writer locali. Ma i graffitari stranieri continuano i loro tour vandalici. È probabile che ora, finito Expo, si sentano più sicuri in quanto pensano che ci siano meno controlli sul territorio e nei depositi».
I messaggi
Nelle chat si sono incrociate spesso frasi di questo tipo: «Si torna a ballare», «Finalmente è finita», «Ora riprenderanno a circolare i metrò dipinti». Il lavoro degli investigatori della Polizia locale non è cambiato né per impegno, né per strategie. Ma l’idea che L’Expo avesse determinato una politica di super controllo s’è diffusa soprattutto in ambienti internazionali. Gli attacchi sono ripresi a ritmo serrato anche sui treni regionali. Molti vagoni imbrattati, oltre alle tag , hanno già accanto un piccolo ’16.
ARTICOLO DI GIANNI SANTUCCI DEL 17 GENNAIO 2016, CORRIERE DELLA SERA
Pietro Storti
18 gennaio 2016 at 06:20
Bho.. sarà sempre tutto solo in mano agli amministratori locali il problema economico pazzesco della pulizia, che poi rimbalza sulla povera gente, quella che paga le tasse e però poi non riceve servizi anche essenziali, perché i soldi mancano ?
Il pur logorroico signor Franceschini, ministro della cultura, non mi pare si sia mai espresso dichiarando qual’è la linea di comportamento nazionale per affrontare questa faccenda, anche se è un evidente “grande rischio di epidemia inarrestabile” per il patrimonio Italiano.
E… Renzi ha detto qualche cosa che, forse, mi sono perso?
A Milano a parte Majorino che da subito ha dichiarato nel suo programma che concederà molti altri spazi ai nuovi “espressionisti del nulla” e la moglie di Sala, che ho letto ha già investito danaro proprio per dare spazi di visibilità artistisca, anche a uno street artist (uno che intervistato afferma cose da brivido) c’è un silenzio assordante.
Che cosa dice Balzani?
E che cosa dicono gli altri, quelli che ambirebbero prendere il comando della città metropolitana?