MODENA
Due scritte con un pennarello nero. Una più grande dell’altra, ma entrambe ben visibili: “No, è morto”. Un commento stupido – quanto grave – a quel “Paolo Vive” che campeggia sul murales della piazza Meridiana dedicato al giudice Paolo Borsellino e agli uomini della scorta che persero la vita il 19 luglio 1992. Ma non è l’unico sfregio su quel disegno voluto nel 2013 dall’associazione il Mostardino e patrocinato dal Comune di Carpi per commemorare la strage di Via d’Amelio. Una delle delle frasi simbolo di Borsellino – “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo” -disegnata sulla parte laterale del murales, è stata completamente ricoperta dai writers che non si sono fatti scrupoli. Vandali che non si sono fermati neppure davanti ad un’opera da un significato così importante il cui sfregio è sotto gli occhi di tutti da settimane. Anche l’immagine della targa stradale Via d’Amelio è stata presa di mira. Sotto, qualcuno c’ha scritto “Nando” indicando l’insegna con una freccia. Un gesto infantile su quel murales davanti al quale ogni 19 luglio rappresentanti delle Istituzioni e delle associazioni si radunano per commemorare uno dei fatti storici più gravi e ricordare quanto ancora ci sia da fare per combattere la mafia. A rendere omaggio a quell’opera voluta dal Comune c’era stata anche Rita Borsellino. In occasione dell’accordo tra la Fondazione Cassa e il Centro studi “Paolo Borsellino” che prevede Carpi come prima sede (fuori dalla Sicilia) del Centro, lo scorso 27 novembre Rita Borsellino aveva posato anche per una foto davanti a quell’opera che oggi riporta purtroppo i segni di uno sfregio seppur dettato – a leggere le scritte – dalla stupidità piuttosto che da tentativi di delegittimazione nella lotta alla mafia. E non c’è pace neppure per l’altro vicino murales simbolo dell’unione tra Carpi e Locri contro le mafie. A corredo della frase “L’indifferenza uccide ogni giorno”, qualcuno ha aggiunto “Allora io vi uccido”.
ARTICOLO DI GAETANO CERVONE DEL 19 GENNAIO 2016, GAZZETTA DI MODENA
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