AREZZO
Quartieri, periferie e centro storico imbrattati fino all’inverosimile. Ogni angolo della città è assediato dalle bombolette spray. Adesso, dopo gli attacchi alle zone ripulite dal Comune, è caccia ai writers per far arretrare l’ondata di degrado appesa tra le pareti della cittadina. Sono ” tag” quelli tratteggiati su mura, su cartelli stradali, lampioni, cassonetti, fermate degli autobus, saracinesche di negozi, portoni di abitazioni, cabine elettriche e qualsiasi pannello utilizzato come lavagna pur di tracciare il territorio. È già perché i graffitari non alzano la zampa per fare pipì, ma impugnano bombolette spray per segnare con la vernice le aree su cui esprimere la loro “creatività”. E così nel tempo hanno tratteggiato una lunga scia di degrado che non ha risparmiato nemmeno i vicoli del centro storico. La mappa dei “tag” abbraccia Corso Italia, la centralissima piazza San Jacopo, ma anche via De Redi e tantissime altre strade e piazze. A macchia d’olio le scritte si sono spinte nel quartiere Giotto, al villaggio Dante, a Saione, in zona Tortaia, finendo per risalire fino alla Fortezza senza risparmiare nemmeno gli arredi urbani. Panchine, cestini per la spazzatura, fioriere e cassette delle poste sono state bersagliate a colpi di bomboletta spray. Anche il vagone del treno “parcheggiato” lungo il binario della linea ferroviaria nel tratto che costeggia via Provenza è stato avvolto dalla vernice. Il serpentone di degrado si allunga in via Trasimeno, via Isonzo, ma anche in Piazza Zucchi dove non c’è angolo o spazio tra portone e portone salvato dai “tag” degli “artisti” ripetuti fino all’inverosimile per accrescere la propria fama. E infatti noto che i graffitari aspirano a lasciare tracce senza però valutare il rischio di essere rintracciati. Adesso le firme possono essere la traccia con la quale “siglare” la fine di un’epoca artistica della nostra città. L’assessore Gianfrancesco Gamurrini infatti non intende andar oltre con questa sfida a colpi di pennello. Dopo aver iniziato la cura dei sottopassi cittadini per avviare un percorso di decoro non vuole veder svanire gli sforzi e le risorse impiegate. La video sorveglianza, il correre dietro con pennelli e vernice i graffitari per cancellare le loro “opere” è una strada che non piace più al Comune. “Stiamo valutando – spiega Gamurrini anche di intervenire pitturando con vernice anti degrado. In commercio esiste ed è resistentissima alle aggressioni delle vernici delle bombolette spray. È stata inventata proprio per combattere i murales e i graffiti che deturpano e rovinano i monumenti, gli edifici e le abitazioni. Mi sto informando per i costi”. Nel frattempo la voglia è quella di dare un volto ai writers della notte seguendo la scia di “tag” disseminati in città che per vanità corrono anche sul web in profili e pagine Fb dedicati proprio a comunità riservate a graffitari, a vandali e a writers e a tutto quello che lo si vuol far passare per libertà di espressione e arte. E chissà che non sia proprio la traccia indelebile lasciata su internet a incastrare i graffitari aretini stoppando un fenomeno che in pochi condividono. È infatti un boom di degrado quello riaccesosi in città al quale nessuno intende abituarsi nella convinzione che non si tratti di una galleria d’arte a cielo aperto.
ARTICOLO DI ALESSANDRO BINDI DEL 21 GENNAIO 2016, CORRIERE DI AREZZO
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