ROMA
L’arte è cosa importante e immortalare con una macchina fotografica i graffiti che sorgono tra le vie della capitale sembra assumere un rilievo esponenziale. Già, perché i contribuenti della regione Lazio hanno anche pagato 55 mila euro per un progetto il cui obiettivo sarebbe consistito nel fotografare, stampare e rilegare le immagini dei graffiti romani. Lo si evince dalle analisi che la Corte dei conti e gli uomini della guardia di Finanza di Roma hanno effettuato riscontrando 3 milioni di euro che sarebbero stati elargiti in maniera sospetta a numerose associazioni. Tra queste c’è l’associazione culturale «Immagini d’arte». Nel novembre del 2011, l’associazione ha chiesto una compartecipazione per il progetto «Il fenomeno del graffitismo metropolitano». L’intento era quello di immortalare e diffondere questa forma d’arte spesso additata come vandalismo, ma in realtà basata sull’espressione della propria creatività tramite interventi pittorici sul tessuto urbano. In altre parole occorreva andare in giro per fotografare i graffiti, stamparne diverse copie(circa 500), rilegarle e diffonderle. Il progetto preventivava una spesa di 110 mila euro. Così nel gennaio del 2012, il presidente del Consiglio regionale Lazio, Mario Abbruzzese, avrebbe comunicato al segretario generale Nazzareno Cecinelli, l’intento di partecipare all’iniziativa, «sostenendone pro quota i costi con euro 55.000,00». Nonostante non risulterebbero comunicazioni al consiglio regionale del Lazio, l’associazione avrebbe richiesto 55 mila euro. Tra gli atti presentati ci sarebbero due opuscoli. Il primo consiste in una relazione sul progetto in questione. Il secondo invece è un vero e proprio servizio fotografico che rappresenta appunto i graffiti presenti a Roma. Gli inquirenti sospettano che nel consuntivo finale le diverse voci del bilancio siano state accorpate successivamente rispetto al preventivo dimostrando così la mancanza di documenti di spesa. Inoltre, il legale rappresentante dell’associazione in questione è Riccardo Marini. L’uomo non è nuovo al mondo dei finanziamenti pubblici. Come rappresentante legale di diverse associazioni e di altri soggetti economici, in passato, nel 2011, ha già percepito fondi dal Consiglio regionale del Lazio.
ARTICOLO DI ANDREA OSSINO DEL 28 GENNAIO 2016, IL TEMPO
Mirco Brambilla
29 gennaio 2016 at 20:32
Aaaaa…pperò! Basta che ci sia moneta da far girare e tutto si fa a caro prezzo? O sbaglio.
Per ste robe si trovano i danè, invece per pulire la schifezza sembra che debbano bastare quelli che lavorano tanto e gratis.
Tipo i volontari Retake, sempre pronti a farsi il mazzo