I sottopassi di Oderzo musei a cielo aperto

Kantiere Misto lancia una petizione pubblica per trasformare lo street art tour in attrazione turistica

ODERZO

Prosegue la raccolta di firme per chiedere all’amministrazione comunale l’autorizzazione a riqualificare i sottopassi situati sul territorio opitergino. L’iniziativa, di Kantiere Misto e di Marzia Val, sta coinvolgendo molti opitergini. Tante sono le firme già raccolte: «I fogli per firmare si trovano anche nella bottega “Altro mercato” a Oderzo», spiega Marzia Val. E quando i sottopassi saranno tutti delle gallerie d’arte, diventeranno tappe di un nuovo percorso turistico ed artistico di Oderzo. In parte l’iniziativa di Kantiere misto è stata realizzata perché alcuni sottopassi sono già stati dipinti con la tecnica dei murales. Sono opere bellissime, come quelle che hanno riqualificato la facciata del palazzetto dello sport, il sottopasso che porta al Gorgazzo, decorato con la riproduzione di opere di Alberto Martini, e di quello al Brandolini. «Abbiamo in mente una passeggiata guidata per ammirare quelli che, fino a poco tempo fa, sarebbero stati etichettati atti di vandalismo: superato il pregiudizio, murales e graffiti hanno conquistato il titolo di opere d’arte, infrangendo il grigiore della quotidianità e trasformando gli spazi urbani in musei a cielo aperto -afferma Marzia Val-. I sottopassi di Oderzo come sale di musei, muri trasformati in tele, panchine al posto di comodi divanetti. E, come in tutti i musei che si rispettino, ci sarà una guida esperta che racconta, spiega e interpreta il significato e la genesi delle colorate e multiformi espressioni artistiche urbane. Il tutto alla luce del sole. È questo il senso degli street art tour», dicono i responsabili di Kantiere Misto. Un’occasione per conoscere la street art e osservare le città con occhi diversi. I writers che già hanno lavorato ad Oderzo hanno manifestato la loro creatività sotto gli occhi di tutti, attirando l’attenzione sulla legalità, la salvaguardia degli spazi pubblici che, lasciati a se stessi, sarebbero esposti al degrado.

ARTICOLO DEL 29 GENNAIO 2016, LA TRIBUNA

 

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