La direzione: “Daremo vernice e pennelli a chi cancellerà i graffiti “
TORINO
Come accadde a Milano, dopo il raid dei «Black Bloc». Oppure come talora capita nelle scuole: cittadini e/ o genitori, armati di scope, vernice e pennelli, pronti a dare una mano, nel vero senso del termine, per ripulire muri e facciate dagli atti di vandalismo ma anche dai segni di un’incuria decennale. Questa volta il tema interessa una realtà inedita e articolata: quella delle Molinette, il più vecchio e malandato dei quattro presidi che compongono l’azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute di Torino, con un’età di costruzione compresa tra i 50 e gli 80 anni. Obsoleto dentro e obsoleto fuori. Non a caso, è stato candidato al disarmo in vista del nuovo polo previsto in zona Lingotto. Risorse contate Lo sa bene la direzione aziendale, che replicando allo sfogo di un lettore – pubblicato pochi giorni fa su «Specchio dei Tempi» apre alla possibilità di un contributo diretto da parte dei torinesi per prendersi cura di un patrimonio a tutti gli effetti pubblico. Come? «Facendosi promotori di una raccolta fondi o di un gruppo di lavoro, il nostro Ufficio tecnico aziendale potrebbe dare il supporto necessario». Il discorso riguarda i muri di cinta, affollati di graffiti più e meno stagionati, e per questo censurati come poco decorosi dal nostro lettore. La controproposta A declinare il concetto è Andreana Bossola, direttore amministrativo, convinta che tra una scuola ed un ospedale non ci sia poi una grande differenza: «Dato che le risorse per gli investimenti sono contate, e vengono prioritariamente dirottate per le dotazioni e la messa in sicurezza degli ambienti interni, per le parti esterne si potrebbe pensare allo stesso modello delle scuole. Anche le Molinette sono patrimonio di tutti, o no?». In quest’ottica, e a fronte di un’aggregazione di cittadini abbastanza numerosi, e volonterosi, l’Ufficio tecnico potrebbe fornire l’occorrente: dai ponteggi alla vernice, passando per una minima consulenza. La seconda possibilità, più sofisticata, prevede una raccolta-fondi da parte dei cittadini: ipotesi che Gian Paolo Zanetta, direttore generale della Città della Salute, rilancia dando la disponibilità dell’azienda a seguire la regia dell’operazione. Ospedale partecipato Insomma: in attesa del nuovo Parco della Salute, le Molinette potrebbero diventare un ospedale «partecipato»: «Qualcosa del genere sta accadendo nella cappella interna, soggetta a manutenzione con il concorso, anche economico, dei nostri professionisti». In giornata viene fornito anche un riferimento telefonico per chi fosse interessato: 011.6334732. Il gelo della Regione Soluzioni irrituali, soprattutto quella relativa alla tinteggiatura dei muri esterni, che stando ai «si dice» non avrebbero riscosso il gradimento dell’assessore Saitta: quest’ultimo deciso a difendere l’immagine di un sistema sanitario in grado di badare a se stesso, senza rincorrere l’obolo o la manodopera dei torinesi. Le reazioni dei torinesi E gli interessati? Le prime reazioni, raccolte all’ingresso delle Molinette, sono abbastanza tiepide: con qualche apertura. «In teoria non sarebbe giusto, ma se qualcuno ci sta ben venga», commenta la signora Daniela. «Veramente la manutenzione spetterebbe all’azienda – le fa eco Maria -. Ma se non c’è altra soluzione… perché no?». «Considero l’ospedale come casa mia, lo voglio funzionale e decoroso – aggiunge Franca -. Ma guai a badare solo ai muri, chi si occupa della mancanza di parcheggi?». Davide Bechis e Paolo Deluca non vogliono saperne: «Sbagliato supplire alle mancanze altrui, il volontariato è un’altra cosa». La più netta è un’altra Maria: «Io pago le tasse, che diamine! Qualsiasi iniziativa si decida di intraprendere, la priorità sono i malati. Tutto il resto, compresi i muri, può attendere».
ARTICOLO DI ALESSANDRO MONDO DEL 27 GENNAIO 2016, LA STAMPA
Commenti recenti