NAPOLI
Piazza del Plebiscito senza pace. Sono arrivate nuove scritte, una delle quali gigantesca, sotto il colonnato più importante della città. «Ti amiamo». La frase è in corsivo stilizzato, fatto con una bomboletta spray nera. Al di sotto dei grafemi, campeggiano le iniziali di coloro che hanno imbrattato il muro, probabilmente – secondo quanto riferiscono frequentatori del Plebiscito – a margine di una manifestazione commemorativa avvenuta intorno al 10 gennaio, durante la quale sono stati sparati anche fuochi d’artificio. Il graffito copre un’intera parete che separa due delle decine di botteghe chiuse da anni, in attesa di essere assegnate. Non è tutto, purtroppo, perché nuovi spray incivili si sono aggiunti anche sui leoni. E qualche scritta, piccola, campeggia anche sul cavallo di sinistra al centro della piazza. I lavori al Plebiscito sono finiti da quasi un anno. Le domande per l’assegnazione dei locali sono state depositate alla Prefettura, da parte dei commercianti. Si è in attesa che le istituzioni assegnino gli spazi, che per ora restano drammaticamente vuoti. Così come il Plebiscito resta, drammaticamente, in balia di baby gang e partite di calcio. Quando al secondo fenomeno, ieri pomeriggio erano ben due i tornei in corso. Una partita si giocava con i cavalli a fare da porte. L’altro mini torneo, con pallone di cuoio, era sostanzialmente un tiro al bersaglio contro il portone della chiesa di San Francesco di Paola. Quanto alle baby gang, gli habitué del Plebiscito riferiscono di una «rissa notturna avvenuta domenica scorsa tra ragazzini che avranno avuto sì e no dieci anni». Insomma, le scritte sui muri da poco ripuliti, la violenza e i tornei stanno spadroneggiando di nuovo sul simbolo di Napoli, anche dopo la fine dei restauri. Sergio Capolongo, titolare di Farina & Co, la pizzeria che ha riaperto sul colonnato da alcuni mesi dopo 2 anni di lavori, spiega che «spesso di notte avviene l’impossibile e la mattina si trova la piazza in condizioni igieniche precarie. Fare affari qui è difficile». In attesa delle assegnazioni e dopo la chiusura tra l’altro dello storico archivio fotografico del Mezzogiorno Parisio, al Plebiscito resistono circa 4 tra locali e negozi. Il resto del simbolo di Partenope è composto da decine di saracinesche abbassate, da inciviltà e graffiti. Incursioni a colpi di spray anche sui leoni e sul cavallo E si continua a giocare al calcio
ARTICOLO DI GENNARO DI BIASE DEL 30 GENNAIO 2016, IL MATTINO
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