Una raccolta di firme per i graffiti

ODERZO

C’è il progetto di riqualificare i sottopassi cittadini attraverso i graffiti colorati dell’aerosol art. Dopo l’intervento alla Galleria Brandolini, trasformata da lugubre cunicolo ad allegro percorso, ora l’associazione Kantiere Misto si è posta l’obiettivo di riqualificare gli altri sottopassi opitergini.

Negli anni sono stati colorati con i graffiti quello di Faè e quello di Spinè. Ma mentre per la Galleria Brandolini il presidio è continuo, con i ragazzi che sovente cancellano ciò che hanno realizzato per dipingere nuove scene, lo stesso non accade a Faè e Spinè. Ci sono poi altri manufatti che avrebbero bisogno di attenzione: si pensi a quello che si trova alla fine di via Ippodromo Vecchio, dove più volte alcuni residenti hanno sollecitato una maggior cura, o quello che sta ai Masotti. Per non parlare del sottopasso di via Cave, posto in una zona assai suggestiva circondato com’è dalla campagna.

Purtroppo, proprio per essere zona così discosta dal centro, diventa luogo per l’abbandono dei rifiuti. Poco lontano dal sottopasso da diversi mesi giacciono abbandonati diversi rifiuti, nonostante una segnalazione scritta inviata in comune da Giuseppe Zago che abita nei pressi. Dunque di lavoro ce n’è parecchio. I volontari di Kantiere Misto mettono a disposizione manualità, fantasia, ore di lavoro. Necessitano di un pò di sostegno, perchè i materiali costano e naturalmente di formale autorizzazione, essendo i sottopassi comunali.

Per questo motivo si stanno raccogliendo le firme. Il punto di raccolta è situato alla Bottega Altromercato in via Mazzini. L’obiettivo è legare l’associazione ad un’attività di riqualificazione globale patrocinata dal Comune. I risultati si vedono: la Galleria Brandolini, spesso frequentata dai volontari, è divenuta più sicura. Chi vi transita si è fatto più rispettoso, negli ultimi tempi si vedono molti meno rifiuti per terra. Tra l’altro sono gli stessi writers che soventi, armati di scopa e sacchetto, danno una pulita al selciato prima di lasciare la galleria.

ARTICOLO DEL 3 FEBBRAIO 2016, IL GAZZETTINO

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