PISTOIA MONTECATINI
PISTOIA Capitale della cultura 2017 continua a fare discutere i pistoiesi. Se da una parte la scelta del Ministero riempie d’orgoglio gli abitanti, dall’altra li spinge a presentare idee e proposte per migliorare la città in vista dell’appuntamento. Su questa scia continuano ad arrivare a decine gli interventi alla nostra redazione. Eccone alcuni. «Sono orgogliosissimo del risultato raggiunto – dice Alberto Bigagli ma secondo me le priorità sono altre: cura delle strade, rifacimento di marciapiedi, pulizia continua delle rotonde. E’ vero – sottolinea – che in molti casi si tratta soltanto di piccoli accorgimenti di cui potrebbero occuparsi i cittadini ma di certi lavori, come le strade e i marciapiedi, sono anni che ne sentiamo parlare, senza che però venga fatto niente».
SU SEGNALETICA e bagni pubblici punta invece Renzo Capperi. «All’interno della città -nota – manca una segnaletica adeguata dei percorsi per raggiungere siti di interesse turistico, mentre i cartelli illustrativi posti esternamente ad alcuni edifici, sono diventati per lo più illeggibili. Quei pochissimi bagni pubblici che sono stati nel tempo attivati, oggi sono fuori uso». Si tratta di temi da tempo al centro del dibattito pubblico. «Risorse disponibili a parte – propone Capperi – suggerirei di progettare e realizzare una nuova segnaletica verticale che serva anche come indirizzamento verso i parcheggi di attestamento con o senza servizi di navetta, che inizi dalle vie principali di arrivo a Pistoia». Sul decoro urbano, specialmente nel centro storico, si concentrano i suggerimenti di Francesco Sabatini. «I monumenti – nota – sono splendidi e apprezzo l’impegno dell’amministrazione comunale nel contribuire ad interventi di restauro, la bellezza dei monumenti stessi. Tuttavia, questo stona con la situazione in cui versa la città dove graffiti e degrado albergano incontrastati nelle vie secondarie e non solo. Sembra che a Pistoia manchi la volontà, da parte di cittadini e amministrazione, di rendere la città più decorosa. Si tratta di interventi di piccola entità come coprire un orrendo graffito in pieno centro storico, che sfregia un palazzo privato oppure una chiesa», conclude il nostro lettore citando gli esempi dell’abside di San Giovanni Fuorcivitas e di Sant’Andrea.
ARTICOLO DEL 4 FEBBRAIO 2016, QN LA NAZIONE
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