Nel mirino istituti pubblici e privati, in centro e nelle periferie
Genitori arrabbiati, dirigenti impotenti. La «toppa» murales
LA GIUNTA MORATTI Cadeo: «Noi avevamo fatto interventi su larga scala e campagne»
I muri della stragrande maggioranza delle scuole milanesi sono imbrattate da scritte vandaliche. Più del 75% di esse secondo l’associazione Antigraffiti. «Andare in una scuola dove le mura sono imbrattate non è bello e non è educativo – sottolinea Ilaria Grazzani, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione alla Bicocca – Gli insegnanti e i genitori dovrebbero attivarsi affinché gli studenti vadano in una scuola decorosa». «Sono scarabocchi e non graffiti» attacca una mamma delle elementari di viale Mugello. «Certo non si può dire che si tratti di arte» conferma una terza. «In questa città c’è un degrado generale – afferma un nonno – Il Comune che cosa fa?». Per materne, elementari e medie la manutenzione spetta al Comune che non sempre la cura in modo soddisfacente. E il nucleo «tutela del decoro urbano» della Polizia locale non basta. I giovani autori di tag varie a Milano sono oltre 1.300 secondo Assograffiti, circa 3-400 crew (gruppi o bande) con età media tra i 17 e i 20 anni, ma sta scendendo fino a 10-12 anni. Maurizio Cadeo, assessore al Decoro urbano della giunta Moratti ricorda: «Avevamo fatto un campagna dedicata. E cancellato qualcosa come 25 milioni di graffiti. Interventi su vasta scala. E la campagna “I love Milano” con un’opera di sensibilizzazione. Da allora non c’è stato più un impegno serio contro quella che è la prima piaga della città». Abbiamo visitato una ventina di scuole elementari. Il tour parte da viale Mugello: scarabocchi di diversi colori lungo tutti i muri. Stessa scena in via Monte Velino. Non c’è zona che si salvi. Stessa situazione in centro, alle elementari di via Sant’Orsola. Qui è stato imbrattato il portone in legno. «Abbiamo un progettino, Milano fuoriclasse, che vuole sensibilizzare gli allievi sul senso civico, ma non specifico per la pulizia delle mura» dice un dirigente. Anche quando, come nella scuola di via Anco Marzio, le scritte vengono coperte, ne compaiono subito di nuove. È un peccato vedere, come in via Ariberto, una scuola da poco rifatta, piena di imbrattature e, nel lato di via San Vincenzo, anche con scritte politiche. Fenomeno diffuso e presente anche sulle mura della scuola dei Bastioni di Porta Nuova. Non è esente da graffiti il quartiere cinese: in via Giusti si leggono scritte volgari o con geroglifici. E il dirigente spiega che «non abbiamo in progetto o attualmente chiesto iniziative per la pulizia dei muri esterni». In Fiera, elementari di via Gattamelata, la situazione non cambia ma la dirigente spiega che «purtroppo non abbiamo progetti o iniziative per la pulizia». In piazza Sicilia dicono che «i graffiti presenti sulle mura della scuola sono stati rimossi a luglio, nell’ambito del progetto ministeriale “La scuola bella”. Comunque se l’imbrattamento fosse rilevante si chiede la rimozione al Comune, se fosse di lieve entità si può valutare di far da sé». Niente scritte con le cancellate come a Quarto Oggiaro o in via Trilussa, ma in via Mezzofanti o in via Antonini si arrivi a imbrattare i portoni di ferro. Si salvano le principali scuole private. Dallo Zaccaria di via Commenda fanno sapere che il fenomeno non sussiste e capita solamente in caso di manifestazioni al Berchet. Al Gonzaga ci sono le telecamere e al Leone XIII le scritte vengono cancellate. Ma come si deve comportare un dirigente? Per il presidente provinciale dell’Associazione nazionale dirigenti scolastici Agostino Miele «se scopre l’autore glielo fa ripulire. E coinvolgere gli studenti affinché venga fatto un murales serio». L’Associazione Genitori della scuola Morosini si è fatta promotrice di un lungo murales in via Anfossi. Ma i murales non sono una soluzione per Andrea Amato, presidente di Assograffiti. Con la sua associazione Retake si è reso promotore, grazie al contributo del Rotary Castello e a numerosi volontari, di un intervento di «cleaning» nella scuola di via Colletta. Ma è solo l’inizio. E la segretaria di Ratake, Fabiola Minoletti spiega che Retake organizza corsi di educazione e lezioni di legalità con l’intento poi di ripulire le scuole. «Purtroppo – conclude – questa è una generazione che cresce nel degrado urbano. E non si rende conto del valore del fenomeno».
Articolo di Giancarlo Mariani pubblicato su Il Giornale
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