Writer e imbrattatori alla gogna Scoperti e fotografati per punizione
CANZO
DIECI ANNI FA a Como per combattere i writer si erano inventati addirittura una task force, armata, della polizia municipale, con il risultato che un graffitaro appena maggiorenne, Rumesh Rajgama, venne colpito con un colpo di pistola alla testa nel corso di un blitz. Anche a Canzo contro i giovani imbrattatori hanno deciso di ricorrere alle maniere forti, anche se per fortuna meno cruente: li obbligheranno non solo a pagare un ammenda e cancellare i loro «capolavori», ma sono pronti a fotografarli mentre sono al lavoro, armati di stracci e spugne, per farne i protagonisti di una campagna informativa che servirà a dissuadere altri giovani.
UNA SORTA di legge del contrappasso per tre writers dodicenni, tutte e tre iscritti alle scuole medie del paese, che rischiano di pagare fin troppo cara la loro bravata: per aver scritto «ti amiamo» su un muro e impalcatura fuori da Villa Meda, rischiano di essere esposti al pubblico ludibrio. «La punizione è severa perché questi ragazzi devono capire che il loro comportamento è stato grave e ha danneggiato un monumento della nostra comunità – spiegano in Comune, dove in pochi hanno avuto da ridire sull’iniziativa del sindaco, Fabrizio Turba – Non è tanto importante quello che hanno scritto, ma il loro gesto. Ci siamo confrontati con i genitori e anche loro hanno concordato sull’opportunità di una punizione esemplare».
ANCORA da stabilire i tempi e i modi, anche se il Comune ha intenzione di agire quanto prima. Ognuno dei tre ragazzi, pizzicati grazie a un’indagine della polizia municipale che è risalita a loro grazie alle immagini di una telecamera presente in piazza, è stato infatti condannato a pagare cento euro, ai quali fanno va aggiunto il costo di stracci e solventi che serviranno a rimuovere le scritte.
NON BASTA, il sindaco si è ripromesso di fotografarli mentre sono al lavoro per farne i protagonisti, loro malgrado, di una sorta di pubblicità progresso in scala ridotta, diffusa attraverso una serie di manifesti affissi in paese. Unica concessione alla privacy, visto che si tratta di tre adolescenti, l’inquadratura di spalle, che però rischia di servire a poco in una comunità di poco più di cinquemila anime. Solo il primo passo di una vera e propria campagna antigraffiti, a suon di ammende e punizioni esemplari per tutti i ragazzi che verranno sorpresi a imbrattare i muri del paese. Nel mirino della municipale è già finito un altro gruppo di giovani, di qualche anno in più, che si sarebbe reso protagonista di scritte antifasciste nelle vie del centro. Questione di giorni e gli autori saranno chiamati a rimediare armati di stracci, solventi e olio di gomito.
Oltre 150 scout ripuliscono il capoluogo
COMO
A DARE il buon esempio contro i vandali ci hanno pensato lo scorso fine settimana i giovani scout della città, che si sono dati appuntamento di fronte al Teatro Sociale per celebrare la «Giornata del Pensiero», ripulendo la città. È stata infatti questa la buona azione scelta da oltre 150 ragazzi, che hanno deciso di collaborare con l’associazione Per Como Pulita. «Come amava ripetere il nostro fondatore -hanno spiegato – vogliamo lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato» e mai come questa volta il loro esempio è stato contagioso. Ai ragazzi infatti si sono uniti anche diversi genitori e molti comaschi che soprattutto nel pomeriggio hanno dato una mano a ripulire le scritte che sulle pensiline e lungo la ringhiera di piazza San Rocco. Anche così la lotta contro i writer in città rischia di essere una sfida impari, da anni infatti l’associazione nata per ripulire i muri delle vie del centro lamenta il fatto che i vandali tornano a colpire a pochi giorni dai loro interventi, spesso lasciando scritte di dileggio o di aperta sfida. Inutile il tentativo di Palazzo Cernezzi di offrire loro dei muri in periferia dove potersi esprimere in libertà, aderendo a un «albo dei writer».
di ROBERTO CANALI
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