ROVIGO
Nel corso dell’estate del 2011 due auto e una moto, parcheggiate in un cortile privato di via Pinelli erano state graffiate. I segni lasciavano pensare che vi fosse una mano che li aveva appositamente eseguiti. Le carrozzerie di una Nissan Micra, di una Renault Clio e di una Honda Cbr portavano profonde incisioni e così uno dei tre danneggiati, aveva installato un rudimentale impianto di videosorveglianza per risolvere il giallo. Guardando le riprese, all’indomani del nuovo graffio, aveva visto una figura che gli era familiare: quella di un altro condomino, Stefano Cecchetti, rodigino di 52 anni. L’uomo era stato così denunciato ed era finito a processo per danneggiamento aggravato dal fatto che le cose fossero esposte alla pubblica fede.
Ieri davanti al giudice Di Mascio il pm Alessia Pirani ed il difensore dell’imputato, l’avvocato Michele Ciolino, hanno focalizzato l’attenzione sul fatto che un cortile condominiale potesse essere considerato o meno un luogo esposto alla pubblica fede. Il danneggiamento semplice, infatti, è stato depenalizzato. Tuttavia, come ha rimarcato l’avvocato Ciolino, non vi erano nemmeno prove attendibili della responsabilità del suo assistito, dal momento che nelle immagini della videocamera non era stato ripreso il volto. È proprio per questo che il giudice ha assolto Cecchetti con formula piena «per non aver commesso il fatto».
ARTICOLO DEL 26 FEBBRAIO 2016, IL GAZZETTINO
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