BOLOGNA
Da Pea Brain ai capolavori di Blu: censimento e analisi dell’arte urbana in città
«Bologna è senza alcun dubbio una delle capitali europee del graffitismo urbano e della street art». L’incipit dell’ultimo libro di Luca Ciancabilla, docente Unibo e storico dell’arte, è un’affermazione da cui discende un invito: quello di rivoluzionare il senso comune relativo all’arte urbana, liberandosi delle scorie intellettuali che fanno storcere il naso di fronte a un muro «imbrattato». O, quanto meno, a imparare a distinguere tra arte e vandalismo grafico. Il volume di Ciancabilla è introdotto da una riflessione di Christian Omodeo: i due firmeranno entrambi anche il catalogo della mostra che inaugurerà il prossimo 18 marzo a Palazzo Pepoli, tutta dedicata alla street art. E questo volume, pur nato prima, è una ideale introduzione a quello che si vedrà a Palazzo Pepoli. Ma non solo. L’autore accompagna il lettore attraverso quattro fasi di approfondimento e analisi: le origini, la rinascita della pittura murale bolognese, la «città ideale» e la «città esemplare» e, infine, la stanza dei graffiti, ultimo capitolo dedicato a salvaguardia, restauro e musealizzazione. Il volume ha un ricco corredo fotografico che accompagna il lettore alla scoperta dei muri più belli (e poco conosciuti) di Bologna: muri (e opere) che in parte resistono, come quello realizzato da Blu all’XM24 di via Fioravanti, e muri (e opere) perduti per sempre. Proprio l’artista di Senigallia, cresciuto e formatosi artisticamente in città negli anni Duemila, è indicato dall’autore come il protagonista più significativo del «Rinascimento» bolognese in termini di urban art. L’ultimo capitolo, quello relativo alla sfida della conservazione e musealizzazione della street art, si inserisce appieno nel dibattito divampato intorno agli «strappi» realizzati a Bologna e alla ormai imminente mostra. Come ha spiegato Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae, presentando ieri il volume di Ciancabilla (assieme a Giorgio Bonsanti e Camillo Tarozzi): «Il libro è pieno di idee e concetti e si è aperto un dibattito destinato a durare».
ARTICOLO DI Claudia Baccarani DEL 6 MARZO 2016, CORRIERE DI BOLOGNA
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