Dall’arte in carcere ai luoghi da scoprire Retake presenta i progetti

MILANO

INTERVENTI «dal basso», progetti ambiziosi «che vanno oltre la cancellazione delle scritte vandaliche dai muri della città». Ieri l’associazione Retake Milano ha svelato le sue carte, dopo la festa dei 10 anni di vita, presentando cosa bolle in pentola per i prossimi mesi. Spazio per tutti i quartieri della città, che potranno segnalare all’associazione eventuali idee. Quindi anche Corvetto, Forlanini, Porta Vittoria e tutte le aree a sud-est della città sono chiamate a raccolta. «Abbiamo in mente un piano di valorizzazione trasversale – spiega Andrea Amato, di Retake Milano -. Coinvolgeremo luoghi proibiti, come le celle del carcere di San Vittore, strutture scolastiche, luoghi sconosciuti». Ma non solo. Ecco qualche anticipazione: volontari e detenuti di San Vittore lavoreranno insieme per rendere più gradevoli gli spazi oltre le sbarre. Retake porta avanti anche un progetto di street art da realizzare nelle aree comuni del carcere, adiacenti il campo da calcio interno, con la collaborazione di Vincenzo Magno (in arte Vim), giovane studente dell’Accademia di Brera.

POI C’È il progetto Milano Fuoriclasse, grazie al quale allievi di quattro scuole potranno cimentarsi nel volontariato attivo, promuovendo il bello nel loro quartiere o nel loro stesso istituto. Ancora: i volontari per il patrimonio culturale, del Touring club italiano, fungeranno da sentinelle per la salvaguardia e il rispetto degli edifici storici e per evitare il graffitismo vandalico. E potranno avvalersi di Shelly, «un’applicazione scaricabile gratuitamente – spiegano gli inventori Andrea Bolner e Gianluca Calinari – creata per condividere in tempo reale segnalazioni di microcriminalità e degrado». Retake Milano si sposa anche con “scenografie di luce”, corso della scuola di design del Politecnico: un’illuminazione appositamente studiata valorizzerà la Conca dell’Incoronata, già oggetto di pulizia. Ciliegina sulla torta è il focus sui luoghi sconosciuti: «Invitiamo a consultare “Milano da vedere” – spiega Elisabetta Piselli, curatrice -, portale che racconta la città», valorizzando anche i punti meno conosciuti.

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