BOLOGNA
L’ultimo graffito di Blu alle ex officine Casaralta ha riportato l’attenzione sul valore dell’arte pubblica in città.
Per questo già domani l’assessore alla Cultura, Davide Conte, potrebbe effettuare un sopralluogo in via Ferrarese. Per capire cosa fare di quel braccio alto con in mano un libro, realizzato nel 2006 dall’artista marchigiano, che il 12 marzo ha cancellato tutte le sue opere dai muri della città. Contrario alla mostra sui graffiti di Genus Bononiae, che ha inaugurato il 18 marzo, con gli «strappi» di alcuni suoi graffiti. Che il gesto di Blu, estremo per alcuni e giusto per altri, abbia ridisegnato le linee dell’arte pubblica in città non c’è dubbio, altrettanto che lo abbia fatto anche con gli interlocutori del Comune: «Con Frontier abbiamo deciso di porre maggiore attenzione su quello che verrà fatto nei prossimi mesi – spiega l’assessore a proposito del progetto di street art del Comune – . Saranno tre i punti su cui lavoreremo: se ha senso o meno dipingere sui muri, come farne memoria per la collettività e come svolgere una ricerca più approfondita». L’effetto Blu ha dettato nuove linee d’azione, dunque. Che però non intimoriscono l’amministrazione: «Non abbiamo paura che altri artisti arrivino a cancellare le proprie opere, anche perché sono dispiaciuto per aver perso il patrimonio di Blu, ma la sua è stata una performance». Per il sopralluogo alle ex officine Casaralta ci potrebbe non essere solo l’assessore: «Se qualche curatore o critico vuole accompagnarmi non c’è problema. Mi muovo in un contesto pubblico e chi vuole è ben accetto. La porta del mio ufficio è sempre aperta». Gli uffici tecnici dell’assessore si sono già messi in moto. Sull’ultimo Blu interviene anche Luca Ciancabilla, co-curatore della mostra Street art. Banksy & co : «Noi abbiamo staccato due Blu dentro Casaralta, ora in mostra a Palazzo Pepoli: abbiamo fatto ciò che era nelle nostre possibilità nella certezza che sarebbero stati abbattuti. Per ora non ci sono altri progetti di intervento. Dopo quello che è successo in città, resta la domanda fondamentale: andrebbe staccato e salvato anche l’ultimo? Per noi sì. Ma ora tocca anche ad altri decidere che strada prendere».
ARTICOLO DI MARIA CENTURONI DEL 8 APRILE 2016, CORRIERE DI BOLOGNA
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