ROMA
IL DECRETO sulla sicurezza urbana sarà approvato a maggio dal governo. Enzo Bianco è pronto a scommetterci mentre elenca le novità del provvedimento che prevede, tra l’altro, un regolamento nazionale per le Polizie locali con uomini addestrati, formati e armati. «E’ un grande progetto elaborato di concerto dal governo, da noi il ministro dell’Interno, il capo della Polizia. La sicurezza urbana è come fosse nel limbo ma coinvolge la vita quotidiana dei cittadini, la loro percezione. Ma ad oggi gli strumenti in essere non consentono di intervenire». Sicurezza urbana vuol dire difendersi da furti e scippi, da violenze minori come il mendicante aggressivo o il lavavetri prepotente. Enzo Bianco illustra il testo nel suo triplice ruolo. Il primo è quello di sindaco di Catania, il secondo come presidente del Consiglio nazionale dell’Anci. Infine, il terzo appartiene al capitolo esperienza: è stato ministro dell’Interno.
Parliamo di che cosa prevede questo decreto.
«Le faccio un esempio di Catania ma vale per tante città: i posteggiatori abusivi. Spesso, dietro di loro si sospetta che ci sia la criminalità organizzata. Se gli agenti li sorprendono in flagrante sequestrano i soldi e poi finisce lì. Oppure i venditori abusivi. Pensi sotto i portici a Bologna o in centro a Roma. Se proprio va male viene sequestrata la merce. Fine. Non c’è uno strumento che consenta di incidere veramente. Vale per i lavavetri aggressivi, i writers. Le sanzioni di sicurezza urbana, oggi, non sono efficaci».
Come si prevede di fare?
«Queste cose vanno qualificate come fattispecie di reato con sanzioni adeguate anche in lavori socialmente utili».
Il progetto prevede più poteri ai sindaci?
«Che lavoreranno a più stretto contatto con i prefetti. Sia chiaro che non ho mai avuto in mente il cosiddetto ‘sindaco sceriffo’. La sicurezza e l’ordine pubblico spettano alle forze dell’ordine ma i sindaci avranno maggiori responsabilità sulla sicurezza urbana».
Potranno emanare ordinanze sul momento?
«Potranno intervenire in fretta. Nel rispetto della libertà dei singoli ma per l’interesse della comunità».
Sindaci più forti grazie a Polizie locali più strutturate?
«Oggi le polizie locali vengono considerate di serie C. Non è così. Dovranno avere accesso ai database, per esempio. Se fermano un’auto devono sapere se la persona che controllano, magari, è un pregiudicato pericoloso. Questo potrà consentire loro di assumere atteggiamenti diversi».
Quindi saranno anche armati?
«Alcune polizie locali già lo sono. Ma ci saranno norme valide per l’intero territorio nazionale che comprenderanno anche la formazione e l’addestramento di questi uomini per compiti di sicurezza pubblica urbana».
Quindi saranno armati, tutti, e addestrati. Perché un decreto?
«Lo abbiamo chiesto noi, perché sia immediatamente operativo».
Uno degli incubi dei cittadini è il furto in casa. Se gli agenti catturano il ladro quello il giorno dopo è già fuori.
«Io sarei inflessibile sui recidivi. Il primo reato, senza precedenti, può essere condannato in modo mite. I successivi no. Vanno inasprite le pene per i recidivi perché i reati predatori creano un grande allarme sociale e devono essere puniti severamente».
Anche questo è nel decreto?
«No perché occorrono modifiche al Codice penale. Ma lanciamo un appello al Parlamento perché rifletta sull’effettività della pena».
ARTICOLO DI SILVIA MASTRANTONIO DEL 18 APRILE 2016, IL RESTO DEL CARLINO
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