TRIESTE
«Ieri mille euro, oggi sapone e spugnetta. La giunta comunale sui “writers” cambia idea facilmente». Il Movimento 5 stelle muove all’attacco contestando la “discrezionalità” delle punizioni inflitte ai ragazzini che si divertono a sporcare i muri di Cittavecchia. È Paolo Menis, il candidato sindaco dei grillini, a contestare quanto accaduto in Androna del Pane dove, l’altro ieri, un ragazzino tredicenne è stato sorpreso a scrivere con un pennarello su un muro ed è stato punito dalla Polizia locale con l’obbligo di ripulire con sapone e spugnetta la parete appena lordata. «Poco più di un anno fa – ricorda Menis – non andò così bene ad un altro ragazzino, sorpreso a scrivere su un portone, che si vide affibbiare la multa più salata prevista in questi casi, ovvero mille euro». Non basta. Il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle ricorda i commenti di allora: «”Purtroppo non esiste la discrezionalità della sanzione. Si multa la violazione. Non esiste gradazione. Anche la piccola scritta è configurata come imbrattamento. Il vicesindaco Fabiana Martini è sinceramente dispiaciuta. Ma la legge è legge”. Questa era la posizione della giunta che il quotidiano locale riportava in merito». Oggi, continua Menis, la storia sembra essere diversa: «La giunta decide di applicare una semplice punizione “educativa”: sarà che siamo in periodo elettorale, sarà che forse l’attuale amministrazione finalmente si è accorta che bisogna educare e non solo punire, ma la non sanzione di Androna del Pane pare un passo indietro. Purtroppo, come raccontano le cronache, la sanzione viene lasciata alla discrezionalità del vigile e alla bontà dei danneggiati». Infine, l’impegno elettorale: «Questa sarà una delle cose, piccole ma importanti, che cambieremo. Esiste la necessità di tutelare il bene collettivo ma verrà definita una gradualità della sanzione e, fatto salvo il ripristino di quanto sporcato, nei casi meno gravi si lavorerà sull’educazione, su sanzioni diverse come il volontariato sociale o la formazione civica» conclude Menis.
ARTICOLO DEL 21 APRILE 2016, IL PICCOLO
Alessio Valdi
25 aprile 2016 at 04:53
E per parafrasare il titolo di un nuovo programma televisivo: “Tanto come fai sbagli…”
Sarà per una vera endemica – malattia sociale dedita alla ipercritica di tutto – mentre si sta in panciolle e si promette la luna a tutti, che da un cambio di giunta all’altra – alla fine tutto è solo paralisi.
Meglio non fare nulla e tenere tutti e tutto a bagnomaria: buoni e cattivi, che in tempo di elezioni è meglio. E chi prova a mettere ordine viene messo fra i decisionisti pericolosi.
Ho appena letto che il Sindaco di Parma, che tenta di smuovere, come può, l’apatia di chi l’ha votato, ma non vuole prende coscienza del necessario risveglio delle responsabilità collettiva ora è supercriticato.
Un sindaco di qualunque colore sia i miracoli immediati non li può fare.
Ho appena letto che in altri paesi: se danneggi un bene pubblico di pregio ti mettono in prigione per un bel po’. Non va bene, ma quei paesi è un dato di fatto sono poco frequentati dal turismo vandalico.
Ho appena letto che al Comune di Milano, non è stato riconosciuto il diritto di compenso per danno di immagine dovuto a gravi e ripetuti attacchi vandalici. Farà giurisprudenza e sarà un tonfo nel degrado.
Ho però appena letto che proprio a Milano han fatto tanto can can sulla ripitturazione esterna delle scuole, fatte a chiamata dei cittadini/volontari per due giorni. La carità di una tolla di colore, peraltro già donata da altri al comune, ha fatto in modo che i milanesi (notoriamente attivi) non si ponessero troppe domande sul “paradosso scuole, lasciate in abbandono e sporche da decenni” e stufi decidessero di lavorare, rassegnati, come potevano sulle scuole dei figli, nipoti ecc.
Quello che va fatto si fa, Milano insegna…
Ma ho anche appena letto che su quelle scuole c’erano imbrattamenti con scritte vandaliche fatte anche 20 anni prima.
Ma non è il Comune che ha il – dovere di tenere le scuole in modo decoroso per mostrare con i fatti che chi forma la Giunta “ha stima della gioventù cittadina e crede nel valore educativo?”.
Cosa vogliamo da quei ragazzini che sono entrati e usciti nel luogo (dove si danno i fondamenti della conoscenza) abbandonato nel degrado estetico totale per almeno 4 generazioni, mentre i loro genitori non si ribellavano chiedendone conto a chi avevano votato?
Serve un po’ di amor proprio che smuova il diritto/dovere al recupero del pulito e ordinato. Certi esercizi anche in pieno centro – hanno saracinesche che fanno venire il voltastomaco e le lasciano incivilmente sporche per anni e anni. I pali sono altrettanto disgustosi, però chi attacca sporcizia non viene multato.
Come si rimedia?
Dubito fortemente che senza ordini precisi e sanzioni serie si possa tornare a essere un paese minimamente accogliente. E accogliente – vuol dire turismo – turismo vuol dire danaro che entra e benessere …
Trieste è un crocevia di culture e tolleranza e sapienza collettiva per ragioni storiche, che ha sempre trovato il modo di creare equilibri ottimali. Spero continui… per ora è palese che in Italia rispetto al degrado e ai modi di contrastarlo viviamo tutti in un “orrendo pantano” che di tanto in tanto, come le sabbie mobili risucchia solo verso il basso.