La guerra dei graffiti , davanti al liceo

FIRENZE

I collettivi del Machiavelli-Capponi imbrattano il loro murales contro Nardella e le nuove regole 

Per il Collettivo K1 del liceo Machiavelli Capponi è soprattutto una battaglia politica. «Contro la realtà sociale, contro le istituzioni che non ci ascoltano e non si confrontano con noi, e contro quel regolamento sulla street art », che approderà in Consiglio comunale dopo che avrà avuto l’approvazione dai vari uffici. Una protesta che si è trasformato in un’ingiuria contro il sindaco Dario Nardella definito, tra le altre cose, «…un mulino a vento». Accanto alla frase anche la foto del primo cittadino e del premier Matteo Renzi.

Un atto grave, quello commesso da alcuni studenti del Capponi Machiavelli, che ha turbato la preside Maria Centonze: «Parleremo con i ragazzi per capire cosa è successo e nel caso prenderemo provvedimenti». Tutto questo accadeva mentre nell’aula magna dell’istituto di piazza Frescobaldi, studenti, street artist, docenti e rappresentanti di Palazzo Vecchio si confrontavano proprio sul progetto I care about Florence (organizzato dall’associazione Via Maggio e dalla James Madison University) sulla protezione dei palazzi storici e sui vandalismi murali. La frase contro Nardella –cancellata poi in serata da alcuni volontari dell’associazione Via Maggio – è stata vergata con spray nero su uno dei lunghi pannelli di compensato posti all’esterno della scuola per proteggere il cantiere montato sulla facciata, e utilizzato dai ragazzi del liceo per un murales raffigurante mulini a vento e un cavaliere armato di matita in sella a un cavallo.

«Noi lo abbiamo realizzato e noi lo abbiamo vandalizzato. Anche questa è arte – dice uno dei componenti del collettivo – e se la cancelleranno, la riscriveremo di nuovo. Nardella non ci ha capiti, ci ha strumentalizzato e quel regolamento è assurdo». Gli studenti e alcuni degli street artist fiorentini non perdonano al sindaco la proposta dei daspo o del foglio di via per chi imbratta i muri, e non accettano le pesanti sanzioni che prevede il regolamento, come le multe fino a 500 euro e il risarcimento dei danni. Ma non digeriscono neanche la limitazione degli spazi su cui «sfogare» la propria arte: le nuove norme, infatti, prevedono che glistreet artist possano usare esclusivamente spazi messi a disposizione dai privati, chiamati «spazi d’arte», o del Comune, definiti «spazi liberi», che verranno inseriti in un elenco e resi riconoscibili. «Chi decide che cos’è la street art e dove praticarla?», «Chi stabilisce che cos’è il decoro?», «Le scritte sui muri sono passate alla storia, guardate Pompei».

Queste alcune delle domande che i giovanissimi artisti hanno rivolto al consigliere del sindaco sulle politiche giovanili Cosimo Guccione, chiamato dagli organizzatori dell’incontro per spiegare la bontà del provvedimento: «Un’occasione persa – fa sapere l’associazione Via Maggio – ma non sarà l’azione di pochi a togliere valore al progetto. Molti dei ragazzi che abbiamo incontrato e l’Oltrarno meritano molto più di questo. Non ci scoraggeremo di certo. È un vero peccato che il murales sia stato imbrattato con quelle ingiurie, perché in origine conteneva davvero un bel messaggio».

ARTICOLO DI ANTONIO PASSANESE DEL 6 MAGGIO, CORRIERE FIORENTINO

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