Centraline elettriche devastate, cartelli stradali divelti, lampioni oscurati. I comitati di residenti denunciano i giovani vandali della notte. Usando i loro stessi filmati pubblicati online. a pagina 2 C’ è il ragazzino che si accanisce contro il segnale stradale. Spinge, tira, con tutto il peso del corpo si aggrappa al palo, che alla fine cede e resta divelto a terra, dopo aver sollevato un pezzo d’asfalto. Ci sono i due amici che di notte fanno esplodere dei petardi sui treni in deposito e gli altri che in una stazione accendono torce e fumogeni. E ancora: comitive che s’arrampicano su palazzi e monumenti, pericolose esibizioni di fronte a un pubblico di coetanei. Vandalismo creativo con tratto comune: l’esibizionismo, la registrazione dei filmati da riversare in Rete. Di altri episodi, risalenti alle ultime settimane, le conseguenze sono state scoperte al mattino: nel giro di poche ore, devastate quattro centraline elettriche in viale Monza. Otto luci dei cancelli intorno a viale Abruzzi. Tredici fioriere abbattute in via Padova. Le vetrine di tre locali storici in Galleria distrutte in una notte dello scorso novembre. Riflette Fabiola Minoletti, vicepresidente del «Coordinamento comitati milanesi», da anni impegnata nel contrasto al degrado urbano: anche se nessuna istituzione raccoglie dati e statistiche, «il vandalismo sembra in netto aumento, continuiamo a raccogliere segnalazioni e lamentele da cittadini di tutti i quartieri, non solo dalle periferie». La polizia locale fa un continuo lavoro di monitoraggio e contrasto; contro il vandalismo il Comune ha cercato di lavorare con la prevenzione, l’installazione delle telecamere dovrebbe servire anche a scoraggiare quelle azioni, ma a volte vengono distrutti anche gli occhi elettronici, soprattutto quelli privati. Tutta la documentazione presentata in queste pagine è stata raccolta proprio dai Comitati e racconta frequenza, banalità e ricorrenza dei danneggiamenti. In Rete si trovano di continuo nuovi filmati della serie «vandali a Milano». «Il disagio giovanile ha molte facce. Bullismo, aggressioni contro beni pubblici e privati, conflittualità sociale espressa quasi sempre in gruppo», riflette Fabiola Minoletti. Un filone importante sta dentro la categoria «writing vandalico e derivati». Con un aspetto, a volte, di sfregio: come il graffitaro, ripreso dalle telecamere di sicurezza, che si mette a scrivere sul gabbiotto di una fermata dell’Atm nonostante all’interno ci sia un agente di stazione. I treni regionali vengono vandalizzati con costanza quotidiana. Sedili, finestrini, esplosione di petardi nei corridoi. Pubblico e privato: sembra far poca differenza. Alcune immagini ritraggono la distruzione di vetri e specchietti delle auto parcheggiate in strada. Le risate sono il sottofondo più consueto delle immagini. «Il fenomeno si potrebbe forse arginare attraverso il rafforzamento delle reti sul territorio», conclude Minoletti. Un profilo di rischio è legato alle azioni più spericolate. Come i ragazzini che entrano in un cantiere incustodito e, da un piano alto e senza parapetti, iniziano a scagliare in cortile sanitari e altro materiale. O il tizio che, di fronte agli amici, impenna con una bicicletta a pochi metri da un tram di passaggio. E ancora il filmato che risale all’ultimo Capodanno: una bottiglia di plastica poggiata a terra, con una miccia, che viene accesa e brucia per qualche secondo, fino a innescare un’esplosione di fiamme alte come il primo piano di una casa, in mezzo a un pubblico che osserva, si diverte e si scambia gli auguri.
Gianni Santucci & Elisabetta Andreis
ARTICOLO DEL 23 GENNAIO 2017, CORRIERE DELLA SERA
Luisa Belotti
31 gennaio 2017 at 09:23
Prima o poi (speriamo non troppo poi) davanti alla progressiva irresponsabilità di genitori che lasciano in giro la notte ragazzini già dai 12 anni e, davanti alla ovvia impunibilità di questi che per loro età non sono capaci di discernimento, si spera si trovino modi per fermare la evidentissima stupidità umana progressiva.
Suggerirei il coprifuoco per i ragazzini, che se trovati in giro, oltre un orario normale per la loro crescita sana, vengono fermati e i genitori, chiamati a riprenderseli, siano poi puniti con salatissime multe per abbandono di minore.
Aspettare che i più intraprendenti in modo negativo diventino adulti a colpi di aggressività e distruzione del bene comune crea solo la garanzia di ottenere futuri delinquenti.
La società non può limitarsi a guardare e lagnarsi.
Meglio curare subito.. loro e gli sciocchi che li abbandonano per strada.
Certo questo è realizzabile nel momento in cui si provvede anche alla tutela dei minori migranti. Non si può pensare che ci siano ancora ragazzini soli lasciati all’addiaccio per mancanza di rifugi. E’ inconcepibile!