AREZZO
Manca il numero legale e slitta l’atto di indirizzo pro murales. A Palazzo Cavallo la discussione della proposta di Cornacchini e Rossi rivolta alla Giunta per “impegnarsi affinché siano individuate nel tessuto urbano delle aree da riqualificare evitando inutili imbrattamenti, causa di numerosi e dispendiosi interventi di recupero del decoro urbano e al tempo stesso di prevedere alcune aree ‘libere e bianche’ dove dare libero sfogo alla street art ” è inciampata sulla presenza in aula venuta meno da parte di alcuni consiglieri di maggioranza. Resta quindi sospesa l’ipotesi di riconoscere le varie forme di street art iniziando un percorso mirato a frenare gli imbrattamenti selvaggi e volto a legalizzare “spazi” dove far esprimere i graffitari. Amareggiati i consiglieri Mery Cornacchini e Angelo Rossi. “Con la nostra elezione abbiamo scelto – dice Cornacchini – di stare a disposizione della comunità e non capisco perché si debba abbandonare l’aula fino a quando non si è finito di discutere l’atto. Cerchiamo di fare qualcosa di costruttivo ed è la maggioranza che se ne va. Per me è mancanza di responsabilità. Io non lo condividono soprattutto in un momento in cui c’è attesa di una risposta su questo tema. L’atto di indirizzo non spinge nessuno a scarabocchiare. Tutt’altro: ma probabilmente non è chiaro”. Dietro alla mancanza del numero legale potrebbe nascondersi una volontà politica di non promuovere i graffitari ad artisti. Non è infatti chiara la linea dell’amministrazione intorno al dibattuto tema. “Di sicuro non ci scoraggiamo – dicono Cornacchini e Rossi – e aspettiamo che il nostro atto di indirizzo torni in aula. Prima o poi dovrà arrivare il momento della discussione. Al prossimo Consiglio se ne riparlerà e vedremo chi è favorevole e contrario. L’importante è saperlo”. Il numero legale non è stato neppure garantito dalle opposizioni. “Non spetta a noi farlo – dice Francesco Romizi -. Per quanto mi riguarda ho sempre detto che voterò e appoggerò l’atto di indirizzo. A questo punto c’è però bisogno che l’amministrazione comunale faccia chiarezza al suo interno su questa proposta che personalmente mi sembra positiva. Se avesse tenuto all’argomento è chiaro che avrebbe mantenuto il numero legale. Mi sembra di intravedere una spaccatura. Se la risolvano. In ogni caso l’atto dà solo un indirizzo, ci vogliono poi delibere e azioni concrete per dare gambe ai progetti. Non mi pare di vedere una volontà politica di proseguire su questa strada. La presa di posizione dell’assessore Lucia Tanti è stata chiara. Io confermo il mio voto favorevole nell’ottica di continuare un lavoro già impostato in passato. Per noi nulla di nuovo: il sottopasso del parco Giotto e quello di via Arno ne sono un esempio” . E Romizi va oltre. “Alla prossima conferenza dei capigruppo chiederò che l’atto di indirizzo di Cornacchini e Rossi sia messo al primo punto dell’ordine del giorno vista l’importanza che ha. Mi piacerebbe nel frattempo che l’amministrazione si esprima prima di votarla”. E chissà che il murales disegnato proprio dai writer in pieno centro storico in via de Mannini con raffigurato il sindaco Alessandro Ghinelli con la scritta “No we can’t” non finisca per essere un segnale premonitore anziché – probabilmente, quando è stato creato uno scherno elettorale.
Alessandro Bindi
ARTICOLO DEL 24 GENNAIO 2017, CORRIERE DI AREZZO
Luisa Belotti
31 gennaio 2017 at 09:42
Il potere della lobby dei produttori di bombolette crea fratture di opinione con cadute politiche.
Arezzo ne ha fatto una questione di vita o di morte.
Invece è solo il modo subdolo con il quale ancora in molti in Italia si “illudono” di incanalare l’aggressività e la prepotenza degli imbrattatori cedendo loro nuove aree di potere.
E’ solo un virus, che quando si è insinuato, no solo si rafforza, ma crea altri virus e altri virus da cui così come ora, in Italia, non ci si sa ancora difendere.
Pessimo esempio per la gioventù aretina questo tira e molla. Appena aprirete, se aprirete, allo spruzzo legalizzato molti si sentiranno improvvisamente dei Giorgio Vasari (incompresi del 2017) con diritto di imbratto.