Brugnaro fa l’americano e chiede a Roma le celle per chi degrada le città

Proposta di Ap e Fi alla Camera. Dem e avvocati perplessi

VENEZIA

Mendicanti troppo pressanti, ubriachi che superano ogni limite nella loro sbornia, writer che deturpano monumenti, persone senza casa che occupano spazi abbandonati, prostitute con abiti troppo succinti in strada, drogati che si iniettano eroina: se il Parlamento approverà il nuovo disegno di legge del deputato Andrea Causin (Area popolare), tutti questi comportamenti potranno portare in cella per un massimo di dieci giorni. I colpevoli non andranno però in un carcere vero e proprio, ma in camere di detenzione realizzate dai Comuni nelle sedi della polizia municipale. Da quando si è insediato, a luglio 2015, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha fatto della lotta al degrado la sua bandiera e da allora chiede più poteri per aumentare la sicurezza. Alla sua proposta di introdurre celle comunali, il ministro alla Giustizia Andrea Orlando aveva risposto, alla Mostra del cinema del Lido, un secco no. Brugnaro non si è però dato per vinto: ha trovato un alleato nel veneziano Causin, presidente a Roma della commissione sulle periferie, ed è nata l’idea di redigere un proposta di legge di iniziativa parlamentare che già ha il sostegno di Forza Italia e Ncd. «Va ridata fiducia verso lo Stato alle persone perbene mentre le mele marce devono uscire dal cesto. Se un ubriaco molesta una donna, può essere che il fidanzato, il marito o il figlio reagisca e succeda di peggio che una notte in cella», ha detto ieri Brugnaro a Roma alla la presentazione del documento che aumenta i poteri dei giudici di pace. Saranno infatti loro, se il decreto diventerà davvero legge, a giudicare per direttissima chi si macchia di piccoli reati come l’accattonaggio molesto e «professionalizzato», l’assunzione di sostanze alcoliche e stupefacenti che degenerino in comportamenti molesti o violenti, l’occupazione e il commercio abusivi, la prostituzione di strada con connessi atti osceni in luogo pubblico e il consumo di droga con siringhe. Il decreto legge vuole colpire tutti «gli atti contrari alla pubblica decenza» e che degenerano in crimine. «I dati statistici dicono che i reati sono diminuiti del 6% ma la percezione dei cittadini è diversa – ha detto Causin -, forse perché molti non denunciano più o forse sono stati depenalizzati troppi reati. La depenalizzazione avrà svuotato carceri e tribunali ma non ha portato più sicurezza nelle nostre città e gli abitanti si sentono abbandonati. Questa proposta cerca di dare risposte concrete». Il ddl prevede che il potere dei giudici di pace sia esteso all’ambito penale e che, con processi per direttissima entro le 24 ore dal fermo, possano stabilire pene pecuniarie, lavori socialmente utili e detenzione per un massimo di dieci giorni. Alla base delle proposte di Brugnaro e Causin ci sono le politiche della tolleranza zero dell’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani. Quest’ultimo, nel 1994, decise di applicare la teoria delle «finestre rotte» elaborata dai sociologi James Wilson e George Kelling secondo cui alla vista di una finestra rotta che non viene riparata i cittadini si abituano al degrado e alla mancanza di regole che stimolano attività criminali. «Una finestra rotta ne produce altre come, di contro, l’ordine favorisce l’ordine e la sicurezza porta più sicurezza – ha detto Renato Brunetta (Fi) -. Forza Italia sosterrà questa legge». D’accordo Maurizio Lupi (Ncd): «Le aree metropolitane devono essere più sicure e questo non vuol dire avere “sindaci-sceriffo”». Il sindaco di Venezia si augura che il Parlamento voti rapidamente e inserisca il decreto nel pacchetto sicurezza a cui sta lavorando il ministro dell’Interno Marco Minniti. «Ora non puoi fare niente se uno imbratta con spray i muri o se spaccia piccole quantità di droga – ha sottolineato -, vogliamo risolvere i piccoli problemi quotidiani che creano paura tra le persone, non faccio polemiche ma abbiamo costruito una montagna di diritti dimenticandoci dei doveri». La proposta di legge sta già attirando critiche, a partire dal senatore ed ex magistrato Felice Casson (Pd). «Qualcuno è fuori di testa e dovrebbe studiare il diritto costituzionale almeno un po’ – ha tuonato -. Queste proposte sono fuori dalle linee penali costituzionali, il ddl non passerà mai». Anna Maria Marin, presidente della Camera penale di Venezia, deve ancora studiare il documento ma nutre qualche dubbio che possa essere attuato. «Un provvedimento di questo tipo non risolve i problemi della giustizia e nemmeno risponde ai bisogni di sicurezza – ha commentato -. I giudici di pace sono in grande sofferenza, sono pochi e mancano cancellieri, chapeau per il lavoro che fanno. E i reati per essere accertati hanno bisogno di istruttoria, la prospettiva di una giustizia sommaria è pericolosa e non dà risposte adeguate alle vittime».

Gloria Bertasi

Corriere del Veneto, 2 Febbraio 2017

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One Response to Brugnaro fa l’americano e chiede a Roma le celle per chi degrada le città

  1. Mara Iapoce Rispondi

    18 febbraio 2017 at 16:13

    Qui non si tratta di essere di destra o di sinistra, si tratta di essere a favore del recupero della bellezza delle nostre città! Non capisco da cosa derivino perplessità ed imbarazzo, proprio non lo capisco. Siamo alle solite…

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