L’incredibile storia del graffito censurato. Quella Madonna con la bomba atomica tra le braccia non piaceva al sindaco Floriano Zambon, né all’assessore ai servizi sociali Enzo Perin, né a qualche cittadino che si era lamentato. Così circa un anno fa Zambon, in una riunione di giunta, ha chiesto a Gianbruno Panizzutti, assessore alle politiche educative e giovanili, di chiamare le Ferrovie dello Stato per convincere il writer e artista coneglianese Webster, autore dell’opera, a cancellarla. «Mi è stato chiesto di contattare l’ente che ha dato in concessione a Webster la massicciata a lato del sottopasso di via Matteotti – racconta Panizzutti -, ma ho pensato che fosse meglio cercare una soluzione bonaria con l’artista, anche in qualità di referente del Comune per il gruppo dei writer di Cantiere Misto. Così circa dieci mesi fa sono passato da quelle parti mentre lavorava e gli ho fatto presente che c’erano state diverse lamentele e che il sindaco gli chiedeva di sostituire quel graffito con un altro. Tre mesi fa, non vedendo nulla, l’ho di nuovo sollecitato e gli ho detto che se non fosse intervenuto entro maggio avrei contattato le Ferrovie». Ma il motivo delle lamentele qual è? «Credo non sia stata la bomba atomica a urtare la sensibilità di alcuni coneglianesi, ma la rappresentazione della Madonna. Siamo abituati a una figura femminile soave, non a una caricatura. Non c’entrano le interpretazioni, ognuno ha la sua; per esempio io ho pensato che finché la custodisce tra le braccia non sarà mai usata». Lei abita vicino al luogo del delitto. «Passo di là spesso, a dire la verità no, però quella Madonna – spiega – l’avrei resa più dolce». Webster, dal canto suo, lunedì ha ricoperto gran parte del graffito con campiture bianche e, comprensibilmente, non ha molta voglia di parlare di questa faccenda. «Sono molto legato a quel luogo che ho ricevuto in concessione nel 2003. Quasi ogni giorno e i fine settimana sono lì per dipingere», racconta lo street artist della città del Cima. «Quando mi hanno detto che un paio di persone si erano lamentate, ho pensato alle centinaia di cittadini a cui questo murales piaceva moltissimo, che si fermavano per un selfie – racconta -, per scattare una foto, per dirmi Mi raccomando non cancellarla. Era il lavoro più gettonato. Molti i religiosi, suore e preti che sul significato dell’opera non hanno mai avuto dubbi: Finché la tiene la Madonna non c’è pericolo. Sono credente e questo è quello che volevo esprimere».
Mario Anton Orefice
Il Gazzettino, 2 Febbraio 2017
Eleonora G.
6 febbraio 2017 at 09:56
Anche a Milano alle Colonne di San Lorenzo c’è un’immagine pseudosacra che fa saltare con felicità una bomboletta… ma “Santa Bombolina devastatrice” è stata precedemente approvata dal religioso della Basilica che ha commissionato il murales e non c’è storia: oscurarla è impossibile. Intanto tutto intorno prolifera il finimondo della devastazione dei bombolettari malati e compulsivi.
Certo che una Madonna così mostruosa, come quella in oggetto, non è adatta ai bambini. Sarebbe tempo che si pensassem con più lungimiranza, anche a loro.
Non possiamo imporre loro di digerire tutto senza creanza e poi sperare che appena adolescenti si comportino da bravi ragazzini.
Le bombolette a prescindere, così come i palloncini colorati, che facciamo volare ogni due per tre, convinti che si tratti di un gesto entusiasmante, fanno un danno grave e irreversibile all’ambiente.
Ci vogliamo dare un bel taglio netto?
Quella Madonna devastata con bomba poi è inquietante, l’autore esprime il suo pensiero, da artista tormentato, ma un conto è una galleria d’arte e un conto è l’imposizione di una immagine così forte imposta a tutti.
Giacomo Iacobucci
9 febbraio 2017 at 02:51
In realtà lo e’, e non poco. Non è che per trasmettere un messaggio ci si affida ad una iconografia sarcastica ed offensiva di valori pubblici, sullo stile di Charlie Hebdo!! C’è un limite a tutto, anche al rispetto di valori ed ideologie condivise.
Dario Autieri
9 febbraio 2017 at 23:29
Lo e’ al 200%. Cancellatelo. Punto.