LO SCEMPIO SUI MURI

PISA

AFFISSIONI abusive, graffiti, murales variopinti e spray. Benvenuti nella città del messaggio selvaggio dove piazze, facciate, muri, pali dell’illuminazione ed ex cabine telefoniche ospitano le pessime abitudini di gruppi pseudo-politici e vandali dichiarati. Alla stregua di bacheche pubbliche. Colla e volantini. E il gioco è fatto. Annunci, messaggi personali, spettacoli, concerti e avvisi imbrattano e calpestano il decoro urbano in tasca alla normativa. Un’abitudine che, giorno dopo giorno, si sta estendendo a macchia d’olio e che diventa sempre più difficile da contrastare. Ma se da un lato è arduo identificare le sigle e risalire ai responsabili, dall’altro non è scontato che sanzione sia sinonimo di riscossione. Specie se, come confermano i numeri, a ogni verbale elevato dagli agenti della Municipale corrisponde, tendenzialmente, un’impugnazione di fronte al giudice di pace. La squadra speciale anti-degrado creata dalla giunta, all’interno della polizia municipale, stacca ogni giorno numerose multe per le affissioni abusive sulla base delle firme di gruppi e associazioni che compaiono in fondo ai volantini-pirata.

MA LE SANZIONI restano carta spesso straccia perché, puntualmente, i trasgressori fanno ricorso al giudice di pace. Motivo? Secondo la normativa in vigore fino a qualche giorno fa, deve essere sanzionato chi materialmente incolla il manifesto ai muri o alla facciate storiche e non tanto chi commissiona gli annunci. In buona sostanza, per colpire con certezza i trasgressori bisognerebbe che questi fossero colti proprio nel momento esatto in cui affiggono i manifesti o le pubblicità alle facciate storiche o ai monumenti cittadini. Esito finale? L’ufficio del giudice di pace, a oggi, ha una ventina di udienze fissate in materia e relative alle affissioni selvagge degli anni più recenti e nelle prossime settimane dovrà decidere se accogliere o respingere i ricorsi.

DECINE e decine di multe ma, nella pratica, nessuno paga. E portici e monumenti restano imbrattati. Colpa della malamovida, del lassismo o, più semplicemente, di un degrado galoppante che ha prestato il fianco ad abitudini poco edificanti. Via del Moro, via La Nunziatina, le stradine adiacenti Piazza della Pera nonché via Franceschi e le altre vie del centro storico, soprattutto quelle vicine alle sedi universitarie, sono state prese di mira dai soliti imbrattatori. per non parlare del salotto buono di Largo Ciro Menotti, il cui colonnato è stato ripulito più volte dal Comune, ma che versa nuovamente in pessime condizioni con l’aggiunta, ogni mattina, di sporcizia, orina e vetri sparsi.

MA QUALCOSA è cambiato. E ora non ci sono più scuse. Con il recente decreto sul decoro approvato dal governo può scattare il Daspo urbano e, soprattutto, scattano per i sindaci maggiori poteri contro chi deturpa e sporca il centro storico. Inasprite anche le sanzioni: dodici mesi per chi sfregia le zone di pregio artistico, allontanamento fino a 48 ore (e nei casi più gravi fino a uno o cinque anni) per chi lede il decoro e sanzioni amministrative da 300 a 900 euro. Questi, in sintesi, i maggiori poteri attributi ai primi cittadini e sanciti dal decreto legge del Governo che fissa una sorta di patto tra Stato e autonomie locali. La normativa affida anche al giudice la possibilità di disporre il ripristino o la ripulitura dei luoghi deturpati nonché il risarcimento per aver sporcato o imbrattato beni immobili pubblici o privati. La legge ora c’è, basta applicarla.

I RESIDENTI

Ok il decreto: «Ora però si deve punire chi imbratta »

«TERRA di nessuno, tutti fanno quello che vogliono e si crogiolano in un degrado che ristagna e deturpa la città». Lo dicono in coro, ai cronisti de La Nazione, i residenti del centro storico stanchi di vedere le loro strade in preda ad una situazione di non ritorno. Proprio quelle strade che avevano scelto per vivere perché considerate, sulla carta, un salotto cittadino. Un salotto che, in breve tempo, è stato ridotto a ricettacolo di sporcizia, cattivi odori e murales «ingombranti».

«VIA degli Orafi, la Mattonaia, ma anche i vicoli e le stradine di via San Martino sono indecenti – afferma Salvatore Marsale che ormai non vive più a Pisa -. Devo essere sincero e voglio portare l’esempio di Lucca. Di sicuro non ha un’affluenza di turisti né tanti studenti fuori sede coma Pisa, ma per le strade si notano pulizia e decoro». Graffiti, manifesti selvaggi e abusivi, mega-scritte su tutte le facciate e i muri della città tornano al centro delle polemiche e i residenti alzano la voce.

«DASPO urbano? – commenta Nicole Carrubba – Speriamo. E che diventi risolutivo. Non possiamo più assistere a spregi, scritte orrende, talvolta becere e maleducate, e tanfo di orina che invade le narici. Occorrono controlli puntuali ma, soprattutto, multe salate senza escamotage. Chi viene colto nell’atto di affiggere cartelli o avvisi pubblicitari in luoghi pubblici deve pagare e, soprattutto, pulire tutto. La città è di tutti e abbiamo il diritto di vivere in un ambiente sano, igienico e pulito». Le fa eco Luigi Luisotti: «Tra abusivi, assedio dei finti parcheggiatori, venditori ambulanti e degrado non ne possiamo più. Speriamo che questo decreto porti una ventata di novità e, soprattutto, di certezza della pena».

Graziano Morelli Il decoro cittadino si è smarrito: occorrono maggiori e tempestivi controlli nonché sanzioni.

Gina Scarda Troppe libertà e poca rigidità: abbiamo perso pulizia, decoro urbano e sicurezza.

Mauro Bellotti Graffiti, writers, volantini abusivi e sporcizia: impossibile trovare un muro libero o pulito. Normale?

Salvatore Marsala Servono controlli, sanzioni salate e un messaggio chiaro ed univoco: chi sporca pulisce la città.

FRANCESCA FRANCESCHINI

Articolo del 15 Febbraio 2017, QN La Nazione

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